Il Castello è chiuso per pericolo crolli
Descrizione
Il Castello di Calatubo si fonda su un rilievo roccioso (m 152 ca.) da cui si dominano il golfo di Castellammare e l'entroterra fino a monte Bonifato con le relative fortificazioni. La posizione del sito, attraversato da importanti vie di comunicazione, la ricchezza del suo territorio e la presenza di uno sbocco marittimo di un entroterra tra Partinico e Segesta, spiegano la presenza di un insediamento già in età arcaica e l'importanza che esso assunse in età normanna. Il rapporto fra Calatubo ed il territorio circostante è stato alterato sensibilmente dal viadotto autostradale che annulla, visivamente, l'originaria posizione arroccata della fortificazione.
Il castello costituisce un complesso architettonico pluristratificato di notevoli dimensioni (circa 150 x 35 m), i cui corpi di fabbrica si snodano lungo un compatto banco di roccia calcarea, assecondandone completamente l'andamento. Il castello rivolge il suo ingresso ad occidente, dove una rampa gradonata conduce al monumentale fronte turrito che conserva ampi brani dell'originario impianto medievale. A tale epoca vanno riferiti l'antemurale, il basamento della torre nord, caratterizzato dall'uso di ta vole di legno inserite nella muratura in corrispondenza dell'angolo, oltre che il basamento e parte dell'elevato della torre sud. Due feritoie arciere per il tiro radente aperte in prossimità del muro d'ingresso rivelano l'origine medievale del baluardo che, a seguito di un crollo, fu consolidato dalla famiglia De Ballis alla fine del '500; tale ripresa della struttura è resa evidente da un risalto nel paramento murario.
Un ampio portale fiancheggiato da queste due torri introduce alla prima corte (26 x 20 m), chiusa a sud da un muro continuo, sulla quale incombe la facciata del castello sovrastata da due esili torri. Fatta eccezione per alcuni diruti locali, frutto di recenti adattamenti, l'unica struttura compresa entro questa prima linea difensiva è una chiesa ad aula edificata nel corso del seicento dai baroni De Ballis che hanno apposto il loro stemma sull'architrave del portale d'ingresso.
Al centro del lato est della corte, un altro portale, che reca le armi della stessa famiglia, introduce al secondo recinto.
Quest'area, di forma fortemente allungata (ca. 20x100 m), è racchiusa fra le ripide pareti di roccia su cui si fondano le strutture del castello ed un ininterrotto corpo di fabbrica che, nell'ultima fase di vita del complesso, è stato riconfigurato in ambienti e magazzini per la produzione del vino 'Calatubo'.
Ad est, il perimetro di tale corte è chiuso da un muro che, inerpicandosi sul rilievo, raggiunge il terzo circuito murario che recinge la zona più elevata dell'altura, dove si attesta ad una torre di forma oblunga pertinente alla prima fase della fortificazione (XI sec.).
Dello stesso periodo è il camminamento fra muri che collega il piccolo baluardo difensivo al nucleo principale del castello, un compatto parallelepipedo di 7x21,50 m costruito lungo la cresta meridionale del rilievo roccioso. Tale residenza (fine XIII - inizio XIV sec.), che si articola su due piani in una successione di tré ambienti voltati, accorpa una più antica torre di età normanna (metà XII sec.), distinguibile per il notevole spessore dei suoi muri. Nonostante le trasformazioni ed i crolli, la natura difensiva di questo piccolo palazzo è ancora percepibile dall'assenza di aperture lungo il muro che prospetta sul cortile inferiore. In direzione ovest, senza soluzione di continuità, si succede una serie di ambienti dal carattere più marcatamente residenziale, edificati fra il XVII ed il XIX secolo.
Fra gli interventi ascrivibili a tale periodo è agevole riconoscere le due torrette settecentesche che caratterizzano il prospetto principale della dimora e le numerose scale 'alla trapanese' che la collegano ai cortili inferiori. Ciò nonostante, una più attenta lettura planivolumetrica rivela i confini del preesistente nucleo seicentesco. La corsività delle soluzioni architettoniche adottate a Calatubo e l'assenza di elementi decorativi di particolare rilievo indicano che il processo di trasformazione da castello a dimora signorile, avviato dai De Ballis nel 1583, non è mai riuscito a mutare radicalmente l'originario carattere di fortificazione di campagna.
La schietta concezione difensiva dell'impianto medievale, chiusa al suo interno da un invalicabile muro perimetrale, ha condizionato anche la partitura dei prospetti le cui aperture sono più legate ad esigenze di ordine funzionale che concepite in adesione ad un progetto di generale monumentalizzazione architettonica del complesso. Tuttavia, l'enorme rilevanza storica rivestita da fabbriche di così lontana origine è oggi mortificata dallo stato di abbandono in cui versa l'antico castello, lasciato alle greggi, ai predatori di ogni specie ed alle intemperie che hanno causato il crollo di quasi tutte le sue coperture ed il conseguente degrado delle murature.
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Prezzi ed orari
Come raggiungere
Si consiglia di lasciare l'autostrada A29 Palermo Mazara del Vallo allo svincolo di Alcamo e di immettersi sulla strada statale 113 in direzione Partinico. Imboccata la prima traversa sulla destra, si prosegue per Balestrate lungo la strada provinciale 63 bis. Avvistato il castello, sulla sinistra, si percorre un paio di km di strada sterrata che conduce all'ingresso.
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Storia
Quando nel 1093 il Conte Ruggero definì i confini della nuova diocesi di Mazara, la fortezza di Calatubo esisteva già, venendo infatti inclusa fra i castelli nel nuovo grande vescovado. Circa sessant'anni dopo, quando il geografo musulmano Edrisi descrive la Sicilia sotto il regno di Guglielmo il Buono, Calatubo è indicato come robusta fortezza e villaggio con un vasto territorio nel quale si estraggono le pietre da mulino; notizia, quest'ultima, confermata anche dalle recenti ricerche che hanno individuato le antiche cave lungo il corso del torrente Finocchio.
Dopo l'abbandono del villaggio, durante il periodo della guerra antimusulmana condotta nell'isola da Federico II, il Castello, cessata la sua funzione militare, si trasformò in masseria a controllo del vasto feudo, trasformazione documentata dalle numerose strutture che si sovrapposero all'impianto originario, come magazzini, stalle e quant'altro fosse stato utile al buon funzionamento di una vasta azienda agricola qual'era il feudo di Calatubo. Fino agli anni '60, il Castello era ancora in buono stato di conservazione, grazie al continuo utilizzo dell'antica dimora che, con pesanti interventi di ristrutturazione aveva consentito, comunque, il mantenimento delle fabbriche.
Poi l'oblio. La fortezza, ormai abbandonata, divenne un ovile. L'azione distruttiva degli animali, il terremoto del 1968 e l'assenza d'interventi condusse al crollo dei solai e infine delle murature. A ciò si aggiunse l'opera degli scavatori di frodo che s'intensificò nell'area intorno al Castello, interessati ai reperti archeologici che venivano alla luce nell'importante necropoli scoperta lungo le propaggini della rocca e che documentava la presenza di un centro antico risalente al VII secolo a.C..
Indirizzo: Rilievo roccioso in Serra Conzarri
Facilities
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