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Descrizione
Il Castello di Montalbano Elicona sorge su di un poggio che sovrasta e domina l'omonimo abitato. Ci troviamo a circa 900 metri s.l.m., in uno dei 19 comuni dell'isola che fanno parte del club dei Borghi più Belli d'Italia. Il fiorente borgo medievale è divenuto, ormai da qualche anno, una meta d'obbligo per i turisti che vogliono scoprire la Sicilia più vera e selvaggia, sia per il patrimonio storico, architettonico e paesaggistico, che per le tradizioni folkloristiche e gastronomiche che esso possiede. Nel 2015 Montalbano Elicona è stato eletto il "Borgo dei Borghi" dalla trasmissione Rai "Alle falde del Kilimangiaro".
Per quanto la posizione sia prominente e il castello svolga l'importante funzione di controllare i passi che dai Nebrodi conducono ai Peloritani e viceversa, in direzione di Tripi, Novara di Sicilia e Roccella Valdemone, l'altura su cui sorge il castello di Montalbano non è la più alta del territorio. Infatti il vicino altipiano dell'Argimusco, adiacente la R.N.O. del Bosco di Malabotta, raggiugne i 1220 metri s.l.m., rappresentando un luogo priviliegiato per l'osservazione terrestre ma anche celeste.
Considerando l'assonometria (vedere la galleria fotografica) possiamo subito farci un'idea della magnifica architettura castellana. E' possibile distinguere due corpi di fabbrica: il più antico, forse normanno, si compone di un rettangolo, protetto al centro dei lati corti da due imponenti torri merlate, a pianta quadrata quella meridionale ed a pianta pentagonale quella settentrionale. Si tratta del mastio, oggi per metà diroccato e ricoperto di rovi ed edera, la cui visita oggi non è consentita al pubblico.
L'altro nucleo, di epoca aragonese, posto più in basso rispetto al primo, è rappresentato da un recinto, che, nella forma geometrica di un quadrangolo, si adatta al resto dello spazio offerto dalla rupe. Del recinto quadrangolare si distingue un primo ordine composto da una serie di grandi feritoie o saettiere alte più di 2 metri e larghe 7/8 centimetri in pietra d'intaglio; un secondo ordine è formato da 18 finestre e 2 portali. Complessivamente la muratura si compone di blocchi di arenaria di varie dimensioni, pietrame non lavorato, laterizi, il tutto legato da malta di buona qualità. Al solito i cantonali e le aperture sono rinforzati con blocchi ben squadrati.
Alla fortifcazione aragonese si può accede tramite due ingressi: uno ad ovest, l'ingresso principale da via Castello, che immette direttamente sulla corte grande, l'altro ad est, che è sormontato da un arco a sesto acuto.
Entrati dall'ingresso principale ci si ritrova nella corte grande, dove si possono ammirare la cisterna (numero 1, vedere planimetria nella galleria fotografica), all'interno della quale sono state trovate numerose scritte ed una data (anno 1270, forse di edificazione), la quattrocentesca scala esterna (numero 2, planimetria), ed, al centro della porzione meridionale del recinto, appoggiata alla parete interna, la cappella palatina a pianta quadrata e cupola ottagona (numero 3, planimetria). Nel maggio del 2015 all'interno della cappella reale è stata posizionata una teca in vetro dedicata alla memoria di Arnaldo da Villanova, il grande medico ed alchimista catalano vissuto per alcuni anni alla corte aragonese agli inizi del XIV secolo. All'interno della teca, che reca un'epigrafe commemorativa in latino e catalano, si trova un sarcofago in pietra che conterrebbe alcune ossa attribuite ad Arnaldo da Villanova.
Continuando il percorso che cinge la rupe (su cui sorge il mastio normanno) si raggiunge la corte piccola, dove è stato realizzato negli ultimi lavori di restauro e consolidamento (2004-2006) un piano terrazzato (numero 5, planimetria). Quest'ultimo è stato uno dei lavori più contestati agli architetti Terranova che hanno realizzato il progetto, in quanto rappresenta una struttura costruita ex novo, non appartente al maniero ed alla sua storia. In effetti le osservazioni fatte sul restauro riguardano anche altre parti del castello, come per esempio il rivestimento integrale della scala esterna prima menzionata. L'antica scala è stata completamente ricoperta da mattonelle di pietra bianca. Se non ci fosse scritto su qualche pannello descrittivo o su qualche brochure sembrerebbe in effetti una moderna scala in pietra, e non una scala del XV secolo.
Tornando in prossimità dell'ingresso entriamo a visitare gli ambienti interni. Nell'ala occidentale, dove oggi sorge la reception (numero 7, planimetria) ed il salone auditorium intitolato ad Arnaldo da Villanova (numero 8, planimetria ) vi erano le carceri. Nell'ala orientale (numeri 9 e 11, planimetria) troviamo oggi il Museo della Armi, mentre, in prossimità dell'angolo di sud-est, è possibile vedere un vano interrato (numero 10, planimetria).
L'ala nord è invece formata da 3 stanze (numeri 12, planimetria) che vengono attualmente utilizzate per mostre. Questa parte del castello finisce con una stanza a cielo aperto (numero 13, planimetria) visitabile anche dalla corte piccola. Tutte le mura delle facciate del maniero aragonese sono sormontate da merli guelfi (introdotti peraltro dai lavori di restauro degli anni '80 dello scorso secolo). Sul lato ovest e sud sono inoltre presenti camminamenti di ronda, non percorribili dai visitatori.
Dalla corte diparte infine una scala in pietra con inferriata (costruita anch'essa ex novo) che conduce al fortilizio in cima la rupe. Giunti alla torre quadrata (numero 14, planimetria) si può godere di un panorama mozzafiato sul maniero aragonese, sul borgo di Montalbano e sui monti che proteggono l'intera parte meridionale (Argimusco, Polverello, ecc.). La visita alla parte normanna del maniero finisce qui, in quanto l'accesso alla corte superiore (numero 15, planimetria) è precluso da un cancello chiuso. Dalle grate si riescono ad intravedere una piccola cisterna (numero16, planimetria) ed i resti della torre pentagonale sveva (numero 17, planimetria).
Nel 2017 inizierà il restauro di questa parte più antica del maniero, un lavoro importante che vedrà la riedificazione totale delle due torri. Con questo prossimo ed atteso restauro il maniero ritornerà agli antichi splendori e sarà interamente fruibile al pubblico.
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Prezzi ed orari
Tariffe
Il costo di ingresso per la visita al castello è il seguente:
- pieno: 3.00 euro
- ridotto: 1.50 euro
gruppi (minimo 20 persone) ed adulti con età superiore ai 65 anni - gratuito
ragazzi con età fino ai 12 anni
Orari di apertura
Il castello segue i seguenti orari di ingresso:
- periodo invernale (dal ... al ...):
9:00/13:00-14:00/18:00 - periodo primaverile (dal 1 maggio al 30 giugno):
9:30/13:30 - 15:00/19:00 - periodo estivo (da1 luglio al 30 settembre):
9:30/13:30 - 15:30/20:00
La domenica (tutto l'anno) vi è orario continuato dalle 9:00 alle 18:00.
Informazioni aggiuntive
L'ultimo ingresso per la visita al castello avviene 30 minuti prima dell'orario di chiusura.
Come raggiungere
Da nord (lato tirrenico): autostrada A20 (Messina-Palermo), uscita Falcone (sia per chi proviene da Palermo che da Messina), seguire le indicazioni per Montalbano Elicona prendendo le strade provinciali SP112 ed SP110.
Da sud-est (lato ionico): autostrada A18 (Catania-Messina), uscita Fiumefreddo di Sicilia (sia per chi proviene da Messina che da Catania), prendere poi la strada statale SS120, direzione Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Randazzo. Giunti a Passopisciaro, prendere il bivio per Mojo Alcantara, strada SP7-III, ed appena arrivati a Mojo seguire le indicazioni per Roccella Valdemone, comune che fa già parte della provincia di Messina. Superato il paese di Roccella seguire la SP110 fino a Montalbano Elicona.
Il Castello di Montalbano Elicona si trova nel centro storico del borgo.
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Storia
Si ritiene che il nucleo del castello risalga al XII secolo, successivamente rimaneggiato ed ampliato nel XIII e XIV secolo, epoca in cui la fortezza sembra essere ricostruita per volontà di Federico III d'Aragona (1296-1337).
Storicamente Edrisi (1150 d.C.) menziona Montalbano in qualità di Qal'a. Il medesimo abitato si ribella a Federico II nel 1232 e sotto il breve regno di Manfredi appartiene a Bonifacio Lancia. Lungo tutto il XIV secolo si ricorda paese e fortezza in qualità di "castrum" o "terra e castrum". Nel 1358 pare che esista, all'interno del castello, un edificio sacro dedicato alla SS. Trinità. Alla fine del XIV secolo "terra e castrum", tramite confisca, da Artale Alagona, passano in mano di Berengario de Cruilles, per volontà di Re Martino I.
Ai Cruilles succede, nel 1408, Tommaso Romano, il cui omonimo erede, però, nel 1463 perde il possesso dell'abitato e della fortezza per un'accusa di omicidio; tuttavia la regia corte pare restituire tutti i diritti di possesso, previo pagamento di una salata multa di onze 400. Nel 1623 Giacomo Bonanno Colonna è il primo duca di Montalbano. Il destino del castello è comunque triste: l'ultimo duca, Giuseppe Bonanno Branciforti, nel 1805 cede, causa debiti, l'intero maniero ai Gesuiti, i quali lo modificano secondo i loro bisogni.
Dal 1921 al 1967 il castello è sede del Comune di Montalbano. Successivamente inizieranno una serie di lavoro di restauro e consolidamento (1982-85, 2004-2006) che porteranno il castello a diventerare sede museale e centro nevralgico per lo sviluppo turistico del borgo medievale.
Bibliografia
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