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Descrizione
Castelbrando sorge alle pendici del monte Castello, dominando i borghi di Valmareno e Cison stessa. CastelBrando affonda le sue radici in 2000 anni di storia stratificata e rappresenta una pagina aperta sul passato del territorio e sulle gesta di popolazioni, condottieri e illustri personaggi che ne hanno evidenziato eroiche imprese. Abitato sin dalla preistoria, il primo castrum venne eretto a partire dall’età romana come struttura di controllo e difesa della Via Imperiale Claudia Augusta, che collegava l’Adriatico al nord Europa.
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Storia
Nel corso dei secoli conobbe una serie di ampliamenti: fu dimora dei Signori Da Camino, i quali lo cinsero interamente di una imponente merlatura alla guelfa e vi eressero una torre centrale; passò poi sotto il controllo della Repubblica di Venezia, che lo diede in feudo prima a Marin Faliero e poi, per meriti d’arme, ai capitani di ventura Giovanni Brandolino ed Erasmo da Narni, più noto come il Gattamelata. Con la famiglia Brandolini, che più di altre ne ha segnato la storia ed il carattere, nel cinquecento, il maniero venne ampliato nella sua parte centrale con gusto sansoviniano che ne impresse un garbo veneziano.
L’ultimo a sorgere è il corpo settecentesco a ferro di cavallo progettato dall’architetto Ottavio Scotti di Treviso; una struttura lineare e imponente volta ad un rigoroso classicismo. Rimase di proprietà dei Conti Brandolini fino al 1959, anno in cui venne venduto ai padri Salesiani che lo riadattarono per utilizzarlo come centro di studi spirituali.
Il castello ha origini assai antiche e il primo nucleo dovrebbe risalire all'epoca delle invasioni barbariche, quando c'era la necessità di difendere la vicina Ceneda - che pure ospitava un castrum - con una fortificazione rivolta verso la pianura. Come testimoniano i reperti, già allora si era formato negli immediati dintorni un centro abitato stabile ma il tutto decadde con l'arrivo dei Goti non potevano essere avvistati perché giungevano dai valichi a nord.
Il castello fu però recuperato dai Longobardi, la cui presenza era qui molto forte vista l'istituzione del Ducato di Ceneda. Tuttavia, essi ne fecero ben presto dono, con tutta la Valmareno, ai vescovi locali (forse per iniziativa della regina Teodolinda) che la tennero anche sotto i Franchi e, successivamente, il Sacro Romano Impero.
A partire dall'XI secolo castello e feudo appartennero ad alcune signorie locali. Nel 1154 finì ai Caminesi e, nel 1343, tornò per un brevissimo periodo alla diocesi. Con la morte del vescovo Ramponi, infatti, il feudo fu assoggettato alla Repubblica Veneta che lo diede a Marin Faliero, futuro doge. Questi però fu più tardi giustiziato e la fortezza ritornò alla Repubblica. Nel 1436 quest'ultima lo donò a Brandolino IV Brandolini e al Gattamelata, condottieri di ventura al servizio della Serenissima. In seguito, a causa di una promozione militare del Gattamelata egli lo cedette totalmente al primo.
La dominazione veneziana portò un lungo periodo di pace e Castelbrando, cessate le funzioni militari, fu adattato tra il XVI e il XVIII secolo alle esigenze dei Brandolini che lo trasformarono in un palazzo signorile applicandovi lo stile delle ville venete e creando un interessante nonché innovativo per l'epoca sistema di "riscaldamento". I conti tennero il castello sino al 1959, quando lo vendettero ai Salesiani che lo utilizzarono come seminario e luogo di ritiro. Rivenduto da questi nel 1997 all'imprenditore Massimo Colomban, è stato restaurato di recente e ospita oggi un albergo.
I giorni 18, 19 e 20 aprile 2009 è stato sede internazionale del primo G8 dell'agricoltura, presieduto dal ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Luca Zaia.
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