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Descrizione
Situato ad Issogne, sul versante destro della Dora, di fronte Verres nel suggestivo scenario delle montagne valdostane, ll castello ha pianta di forma quadrangolare. Uno dei quattro lati si apre su un giardino protetto dall'esterno attraverso un muro di cinta. Qui si trova la famosa fontana ottagonale con l'albero del melograno in ferro battuto. L'albero è caratterizzato dall'avere il fogliame di una quercia e i frutti del melograno. La fontana fu probabilmente fatta realizzare da Giorgio di Challant come dono per le nozze di Filiberto di Challant con Louise d'Aarberg nel 1502 e vuole simboleggiare l'unione tra la fertilità della famiglia rappresentate dal melograno, con la forza e l'antichità rese dalla quercia. Fanno parte dell'insieme anche dei piccoli draghi, sempre in ferro battuto.
Le pareti che si affacciano sul cortile presentano delle decorazioni che celebrano il casato degli Challant. All'ingresso del castello possiamo ammirare le lunette delle botteghe artigiane sotto le volte del portico che rappresentano squarci di vita quotidiana dell'epoca con la bottega del sarto, la farmacia, la macelleria, il corpo di guardia, il mercato di frutta e verdura, la bottega del fornaio, dello speziale, del pizzicagnolo, tutte attribuite al pittore Colin.
Al primo piano, raggiungibile tramite una scala a chiocciola di pietra (il cosiddetto "viret"), vi è la cappella i cui gli affreschi raffigurano la natività, i profeti, gli apostoli, i dottori della Chiesa, e sono attribuiti anch'essi al maestro Colin, autore anche degli affreschi della Collegiata di Sant'Orso di Aosta di cui Giorgio di Challant era priore. Tra le stanze del primo piano, quella della contessa con l'oratorio ornato di pitture e quella del Conte Renato. Sempre al primo piano vi è anche la camera detta dei "Cavalieri di San Maurizio".
Sul lato nord abbiamo la cosiddetta "sala della giustizia" o “salle basse”, la sala principale del castello con le pareti completamente affrescate: un finto loggiato sorretto da colonne di marmo, alabastro e cristallo trasparente racchiude scene di caccia, di vita cortese e paesaggi nordici. L'affresco più importante della sala è il giudizio di Paride, rappresentato attraverso il ritratto di Giorgio di Challant. L'autore degli affreschi sembra essere il maestro Wuillerine di scuola franco-fiamminga.
Una delle prime stanze che si incontrano salendo lungo la scala è la cosiddetta "camera di Marguerite de La Chambre", la stanza privata prima di Marguerite de La Chambre, moglie di Luigi di Challant, e poi di Mencia di Braganza, moglie di Renato di Challant. Accanto alla camera da letto si trova l'oratorio privato di Marguerite de la Chambre, con una volta a crociera, con affreschi raffiguranti l'assunzione delle Vergine, il martirio di Santa Caterina e di Santa Margherita. Uno degli affreschi ritrae la stessa Marguerite de La Chambre in preghiera insieme a nuore e figlie.
Accanto alla camera di Marguerite de La Chambre si trova una grande sala denominata "chambre de Savoie", attualmente arredata come volle nel XIX secolo Vittorio Avondo, che pose qui la sua collezione di armi e armature antiche, ed è conosciuta come "sala d'armi", giudicata come la più suggestiva del castello.
Nel secondo piano troviamo la camera di Giorgio di Challant, detta anche "camera di San Maurizio" per via del soffitto decorato con le croci dell'Ordine dei Cavalieri di San Maurizio. Accanto vi è la cosiddetta "sala del re di Francia", che pare avere ospitato il re di Francia Carlo VIII durante il suo passaggio in Italia nel 1494 e presenta un camino decorato con lo stemma con i gigli dorati sul fondo e il motto "Vive le Roi" (viva il Re). Nell'angolo di nord ovest del maniero nella zona più antica del castello abbiamo la camera della torre mentre all'estremità di sud-ovest del castello vi è l'antica "chambre de l'Empereur", che ha probabilmente dato ospitalità all'imperatore Sigismondo di Lussemburgo nel 1414 ed è attualmente chiamata "camera della contessina", dalla contessina Isabella di Challant, figlia di Renato di Challant e di Mencia di Braganza
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Prezzi ed orari
Come raggiungere
Prendere l'uscita di Verrès dell'autostrada A5 e seguire le indicazioni per Issogne.
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Storia
Una bolla di papa Eugenio III del 1151 attesta attesta dell'appartenenza del castello di Issogne al vescovo di Aosta.
Esso fu sede vescovile fino al 1379, quando il vescovo di Aosta affidò il feudo a Ibleto di Challant. Con Ibleto cominciò la ristrutturazione del castello che lo trasformò in una dimora in stile gotico cortese, comprendente torri circondate da una cinta muraria.
Alla morte di Ibleto nel 1409 il feudo e il castello di Issogne furono ereditati da Francesco di Challant, che nel 1424 ottenne dai Savoia il titolo di primo conte di Challant. Alla sua morte nel 1442, non avendo figli maschi si generò una lotta di successione tra la figlia Caterina e suo cugino Giacomo di Challant Aymavilles. L'aspra contesa si risolse nel 1456 in favore di Giacomo, che divenne così il secondo conte di Challant e nuovo signore di Issogne continuò la ristrutturazione verso il 1480 con Luigi di Challant, figlio di Giacomo. Fu il priore Giorgio di Challant Varey, cugino di Luigi, al quale alla sua morte era stata affidata la tutela dei due giovani figli Filiberto e Carlo, nati dal matrimonio con Marguerite de La Chambre che trasformò il maniero nell'attuale elegante dimora ricca di splendide pitture murali, opera dei migliori artisti dell'epoca.
Dalla famiglia Challant il castello passò ai Madruzzo poi ai Lenoncourt e infine nel 1693 a Cristina Maurizia Del Carretto di Balestrino Nel 1696 si risolse anche la contesa tra i discendenti dei Madruzzo e gli Challant, e il castello ritornò agli Challant Dopo diversi passaggi di proprietà, nel 1872 il pittore Vittorio Avondo lo acquistò e lo riportò all'antico splendore con minuziosi lavori di restauro, Successivamente passò allo Stato, che lo cedette in proprietà all'Amministrazione Regionale della Valle d'Aosta.
Indirizzo: Piazza Castello
Facilities
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