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Descrizione
A valle di Gressoney-Saint-Jean, sulla destra del torrente Lys, è situato il Castel Savoia, costruzione in stile eclettico terminata nel 1904 su progetto dell'architetto Emilio Stramucci, luogo di soggiorno privilegiato della Regina Margherita di Savoia.
Con un corpo centrale massiccio e volutamente disarmonico, la costruzione si snellisce in cinque torri cuspidate: la più grande ha un bel gioco di finestre ad arco e la sua cuspide è interrotta da mansarde. Serviva per il servizio di guardia dei Reali Carabinieri, dato che dalle sue finestre si domina tutta la proprietà del Castello.
Fu costruito in parte in pietra grigia locale e in parte con gneis proveniente dalle vicine cave di Gaby; i pilastri interni sono in pietra proveniente dalla cava di Vert a Donnas.
I dipinti ornamentali interni, fra cui eccelle il motivo decorativo dello scalone, sono opera del pittore torinese Carlo Cussetti, noto decoratore del Palazzo Reale di Torino. I dipinti sono in perfetto stato di conservazione; i soffitti in legno sono ricchi di decorazioni e fregi.
Su porte e vetrate, nei fregi e persino nelle transenne in pietra che lasciano filtrare la luce nei sotterranei ricorrono alcuni motivi: Fert, Avanti Savoia, il Nodo Sabaudo, lo Stemma, la Corona, l'iniziale del nome Margherita.
I piani del castello sono tre: il pian terreno, il piano nobile e il piano della servitù. Sono visitabili il pianterreno e il primo piano. Al pian terreno si aprono i salottini del soggiorno, le sale da gioco, la sala da pranzo. Al piano nobile, si trovano gli appartamenti per la Regina e per i familiari.
Tutto il castello è fornito di armadi di legno a muro sparsi in tutti gli angoli.
Accanto al castello vi è la foresteria con gli appartamenti per gli ospiti di onore. Distanti una trentina di metri dal Castello, ci sono le cucine nascoste in un avvallamento del terreno e fornite di ogni attrezzatura. Le cucine comunicano con il Castello attraverso una galleria sotterranea, percorsa da una minuscola doppia ferrovia Décauville per il trasporto dei piatti, chiusi in appositi recipienti termofori, destinati alla sala da pranzo.
Nel Castello rimangono pochissimi mobili autentici: sono quasi tutti perfette imitazioni.
Nella parte esterna vi è un giardino roccioso visitabile, ricco di specie botaniche tipiche della zona alpina.
Tra le dipendenze vi è Villa Belvedere, in origine foresteria e gendarmeria, e la casetta denominata Romitaggio Carducci, dedicata alla memoria del poeta che della Regina Margherita fu ammiratore e cantore.
Attualmente parte del castello è circondato da ponteggi perché nel luglio 2009 un fulmine si è scaricato sul maniero, bruciando l'impianto elettrico. I lavori si sono rivelati particolarmente complicati: nove mesi non sono stati sufficienti a ripristinare l'impianto.
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Prezzi ed orari
Come raggiungere
All'uscita del casello autostradale A5 di Pont-Saint-Martin, seguire le indicazioni per la Valle del Lys. Percorrere l'intera vallata sino a giungere a Gressoney-Saint-Jean. Prima di entrare in centro paese svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per il Castel Savoia. Parcheggiare nel piazzale posto a fianco del viale di ingresso e percorrere un breve tratto a piedi.
Recensioni
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SunshineQaF
- 29/03/2012
Storia
L'ultimo regalo che Umberto I fece alla Regina consorte Margherita di Savoia fu il Castello di Gressoney-Saint-Jean.
La Regina era talmente affezionata alla Valle del Lys che quando chiese a Umberto di costruirvi la sua residenza estiva, il Re accondiscese.
La posa della prima pietra avvenne nella primavera del 1900 alla presenza delle Loro Maestà, del Sindaco di Gressoney, del Parroco e di una grande folla di villeggianti e valligiani. Fu l'ultima visita del Re a Gressoney: pochi mesi dopo il 29 luglio 1900 fu assassinato a Monza.
I lavori, momentaneamente sospesi, proseguirono poi con alacrità, con la collaborazione di circa duecento operai tra carpentieri e scalpellini. Nell'estate del 1904 il Castello era pronto.
La Regina Margherita salì a Gressoney con l'architetto Emilio Stramucci che aveva sorvegliato tutta la costruzione. In onore dell'inaugurazione e della Regina, un corteo di bambine e di ragazze nei rossi costumi gressonari, salì al castello portando fiori alpini e campestri. La Regina attendeva sulla scalinata del Castello e mentre scendeva l'imbrunire mille fuochi si accesero in ogni punto delle montagne circostanti.
Araldica
Margherita di Savoia, cui si deve la costruzione del Castello di Gressoney, nacque il 20 novembre 1851 a Torino. I suoi genitori erano Ferdinando Duca di Genova e Maria Elisabetta di Sassonia. Il padre morì quando Margherita aveva quattro anni e la madre si risposò con il Maggiore Nicolò Rapallo. Il 28 gennaio 1868 il figlio di Vittorio Emanuele II, Umberto di Savoia-Aosta, chiese Margherita in moglie. Le nozze si celebrarono il 21 aprile 1868 a Torino. La vita familiare di Margherita fu scialba e senza amore e il distacco fra i Sovrani si approfondì con gli anni, man mano che i coniugi impostavano in modo sempre più diverso la loro vita. Umberto interamente preso dai suoi legami sentimentali, Margherita dal suo salotto di celebrità politico-letterarie, sempre più appassionata dell\'alta cultura. Nel 1869 Margherita fu madre di Vittorio Emanuele III. Margherita divenne Regina alla morte del suocero nel 1876. La Regina rimase vedova il 29 luglio 1900 quando il rivoluzionario Gaetano Bresci, sparò a Re Umberto quattro colpi di pistola mentre era a Monza. Gli ultimi anni della vita di Margherita, che morì il 4 gennaio 1926, furono costellati di beneficenza. Subito dopo la morte della madre, Vittorio Emanuele III vendette il Castello di Gressoney, la residenza che Margherita aveva molto amato.
Bibliografia
"Castel Savoia di Gressoney", fotoedizione Guindani.
Indirizzo: Strada Castello Savoia 1