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Descrizione
Il Castello di Fénis è quasi completamente ristrutturato ed è possibile visitarlo al suo interno con le guide ufficiali della Regione Valle d'Aosta, guide ben preparate e disponibili a rispondere a qualunque domanda. Al momento sono visitabili solo il piano terra e il primo piano, passando attraverso vari saloni, cucine e stanze da letto, tutte forniti di camini.
Di particolare interesse sono la stanza chiamata "tribunale", poichè vi è il simbolo della giustizia, e la cappella completamente affrescata.
Pezzo forte del castello sono indubbiamente le balconate (il cui accesso è stato chiuso per non rovinare gli affreschi) con relativo scalone, che si affaccianosul cortile d'ingresso ma è possibile osservare appunto dal cortile.
Ma la punta di diamante di questo castello è rappresentata senza dubbio dai mobili del XV e XVI secolo che l'Amministrazione della regione Valle d'Aosta ha posto nelle stanze del maniero creando in questo modo il Museo del mobile valdostano. Inoltre i mobili sono stati messi in modo così sapiente che il castello sembra ancora abitato. Il castello di Fénis è certamente il più pittoresco e completo fra tutti i castelli della Valle d'Aosta.
Il castello ha pianta pentagonale; gli angoli sono muniti di torrette circolari, tranne lo spigolo sud-ovest, che presenta una torre massiccia, e quello sud, con torre a pianta quadrata. Il mastio è racchiuso in una doppia cinta muraria, con torrette di guardia e camminamento. Si accede al maniero passando attraverso la torre quadrata. Il cortile interno, con scalone semicircolare e balconate di legno, è decorato da pregevoli affreschi (S. Giorgio che uccide il drago e saggi e profeti che mostrano cartigli con proverbi e sentenze morali in francese antico); sulla parete orientale sono raffigurati l'Annunciazione e santi. I primi due affreschi vengono attribuiti ad un pittore vicino alla scuola di Jaquerio (XV sec.).
Al pianterreno si trovano: sale d'armi e da pranzo, dispensa, cucina, studio ed esattoria; al primo piano: la cappella con sala di rappresentanza e le camere dei conti.
Numerosi sono i servizi offerti nelle vicinanze del borgo di Fénis, tra cui un parcheggio attrezzato per i camper, dove vi è inoltre la possibilità di fermarsi per la notte. Questo parcheggio dista 15 minuti a piedi dal Castello.
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Prezzi ed orari
Come raggiungere
Autostrada A5 (Torino/Aosta) uscita Nus, all'incrocio con la SR 13 prendere per Fénis. Percorrere la SR 13 per 0.5 km fino ad arrivare al centro abitato.
Recensioni
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avian
- 26/08/2013
sabry
- 23/10/2011
roby
- 12/06/2011
rò
- 13/04/2011
giorgi
- 28/10/2010
bribri&zaza
- 13/09/2010
Marco
- 19/05/2010
Storia
Già esistente nel XIII secolo, il castello di Fénis acquista la sua fisionomia definitiva fra il '300 e il '400, in seguito a trasformazioni ed ampliamenti voluti dalla potente famiglia feudale degliChallant. Il Castello di Fénis è l'esempio più compiuto del castello medievale alpino.
Diversamente dagli altri castelli costruiti per scopi bellici e di difesa, Fénis non è situato sulla sommità di un promontorio, bensì su un lieve poggio. La sua funzione infatti, in contrasto con l'apparato difensivo, è stata unicamente quella di sede prestigiosa della Famiglia Challant.
Le molte torri del castello che si fondono in un assieme architettonico di sorprendente armoniosità furono aggiunte verso la metà del XIV secolo da Aimone di Challant al torrione preesistente, già dimora abituale del visconte Gotofredo II un secolo prima.
Il castello ha pianta pentagonale, gli angoli sono muniti di torrette circolari tranne lo spigolo sud-ovest che presenta una massiccia torre e quello sud dove la torre ha pianta quadrata. Il mastio è racchiuso in una doppia cinta di mura con torrette di guardia collegate da un camminamento di ronda. Si accede al maniero passando attraverso una torre quadrata che aveva una saracinesca per sbarrare l'androne in caso di pericolo.
Il cortile interno, con lo scalone semicircolare e le balconate in legno , è decorato di pregevoli affreschi che raffigurano San Giorgio che uccide il drago e un gruppo di saggi e di profeti recanti dei cartigli sui quali si leggono proverbi e sentenze morali in antico francese, mentre sulla parete orientale sono raffigurati l'Annunciazione e il San Cristoforo. Le pitture di Fénis sono attribuite ad un pittore vicino alla scuola di Jaquerio e sono datate intorno al 1425-30.
Al pianterreno sono visitabili la sala d'armi, la sala da pranzo, la dispensa, la cucina, lo studio e l'esattoria. Al primo piano sono degne di nota la cappella con l'annessa sala di rappresentanza e le camere dei conti.
Il castello appartenne ai signori Challant del ramo di Fénis fino al 1716, quando fu ceduto al conte Baldassarre Castellar di Saluzzo Paesana. Seguì un periodo di abbandono nel quale il maniero fu trasformato in abitazione rurale: le sale del pianterreno erano adibite a stalle, mentre il primo piano serviva da fienile. Fu acquistato nel 1895 dal comm. Alfredo d'Andrade, che iniziò una campagna di restauri terminata da Mesturino.
Oggi il castello è di proprietà dell'Amministrazione Regionale che lo ha destinato a sede del Museo del mobile valdostano a partire dal 1936.
Araldica
Challant
Gli Challant furono una famiglia nobiliare valdostana, apparsa nel XII secolo e che godette di un grande potere durante il Medioevo e il Rinascimento, periodo durante il quale hanno governato gran parte della Valle d\'Aosta per conto dei Savoia.
Nel corso della storia i membri della famiglia Challant hanno dato origine a diversi rami cadetti (Challant-Aymavilles, Challant-Châtillon, Challant-Cly, Challant-Ussel e Saint-Marcel, Challant-Fénis, Challant-Varey in Francia) e hanno occupato in Valle d\'Aosta diverse cariche di rilievo sia temporali che spirituali.
Si considera generalmente capostipite della famiglia Bosone I, citato in un documento del 1100 come Visconte di Aosta, titolo riservato all\'amministratore della Contea di Aosta per conto dei Savoia.
Il nome Challant viene però usato per la prima volta da Bosone II, nipote di Bosone I, dopo avere ricevuto dai Savoia il castello di Villa e la Signoria di Challant, nell\'odierna Val d\'Ayas.
La famiglia si estinse nel 1802 con la morte a soli 7 anni di Giulio Giacinto, ultimo Conte di Challant, e nel 1837 di Teresa, ultima donna della famiglia.
I membri della famiglia che ebbero il titolo di Signori di Fénis furono:
:: Aimone di Challant (1305 circa-1387 circa): nipote di Ebalo Magno figlio del suo primogenito Gotofredo, spartì con il fratello Ebalo di feudi di Ussel, Fénis e Saint-Marcel, ottenendo per sè Fénis, di cui ingrandì e restrutturò il castello. Ricevette nel 1357 dai Savoia il feudo di Aymavilles. Un figlio, Guillaume, fu vescovo di Losanna e un altro, Antonio, fu cardinale.
:: Bonifacio I di Challant (?-1426): figlio di Aimone, proseguì le campagne edilizie nel castello di Fénis, facendo realizzare la grande scalinata nel cortile, la cappella e commissionando a Giacomo Jaqueiro la maggior parte degli affreschi del castello. In gioventù partecipò a diverse imprese belliche per i Conti di Savoia. Ricevette in dote dalla moglie Francesca di Roussillon i feudi di Varey, Usson, Retourtour e Montbreton, che passò in eredità al figlio Amedeo.
:: Bonifacio II di Challant: figlio di Bonifacio I, ricevette dal padre i feudi di Fénis e Montbreton.
:: Luigi, Amedeo (figli di Bonifacio) e Umberto (nipote di Bonifacio) di Challant: ricevettero da Bonifacio i feudi di Fénis e Montbreton nel 1466, prima della propria morte. Alla morte dei due zii Umberto ricevette anche le loro parti dei feudi, diventandone l\'unico signore.
:: Carlo di Challant: figlio di Umberto, venne investito del titolo di Barone di Fénis, che passerà ai suoi discendenti
:: Francesco di Challant: figlio di Carlo, 2° Barone di Fénis
::Giovanni Prospero di Challant: figlio di Francesco, 3° Barone di Fénis
::Claudio Leonardo di Challant: figlio di Giovanni Prospero, 4° Barone di Fénis
::Antonio Gaspare Felice di Challant: figlio di Claudio Leonardo, 5° Barone di Fénis, muore senza eredi maschi nel 1705
::Giorgio Francesco di Challant: appartenente al ramo cadetto degli Challant-Chatillon, nel 1716 per fare fronte ai debiti, vendette il castello e il feudo di Fénis alla famiglia Saluzzo di Paesana, che lo conservò fino alla fine del 1700 quando furono aboliti i diritti signorili
Bibliografia
Boson G., Dipinti e scritte in versi del castello di Fenis, Aosta - Rivista della provincia, 1930.
Boson G., Il castello di Fenis, Istituto geografico De Agostini, 1958.
Brocherel G., Castelli Valdostani, Edizioni Augusta Praetoria, 1930.
Corni F., Segni di pietra. Torri, castelli, manieri e residenze della Valle d\'Aosta, Associazione Forte di Bard, 2008.
D. Bona E.; Paola Costa Calcagno, Castelli della Valle d\'Aosta, Istituto geografico De Agostini-Serie Görlich, 1979.
Gatto Chanu T.; Augusta Vittoria Cerutti, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Valle d\'Aosta, Newton & Compton Editori, 2001.
Giacosa G., I Castelli Valdostani, Tip. editrice L.F. Cogliati, 1903.
Zanotto A., Il castello di Fenis, Musumeci Editore, 1979.
Zanotto A., Castelli Valdostani, Musumeci Editore, 2002.
Indirizzo: Località Chez-Sapin, 1
Facilities
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