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Descrizione
Arroccato su un dosso roccioso da cui si domina la conca delle Giudicarie esteriori, il castello di Stenico è un simbolo del potere dei principi vescovi di Trento in questa regione.
Fortificazione di origine altomedioevale, a partire dal XIII secolo divenne loro proprietà, residenza estiva e sede del capitano, il funzionario a cui era affidata l’amministrazione del territorio.
Capitani e principi vescovi sono intervenuti nel corso dei secoli ampliando, modificando, abbellendo il castello, che oggi appare un complesso articolato e composito.
All’esterno si presenta come una fortezza medievale severa e imponente, mentre all’interno decorazioni scultoree e pregevoli affreschi gli conferiscono l’aspetto di elegante residenza. Gli interventi più significativi risalgono ai principati di Johannes Hinderbach, attento umanista, e di Bernardo Cles, una delle figure più importanti della storia trentina, uomo di potere e raffinato mecenate.
Gli ambienti sono oggi elegantemente arredati con raffinati mobili, intagliati e intarsiati, pregevoli dipinti, armi bianche e da fuoco, antichi utensili d'uso quotidiano in rame, in ferro e in legno, provenienti dalle collezioni del Castello del Buonconsiglio.
Superata la cinta muraria esterna, si accede al Primo Cortile su cui si affacciano edifici di epoca diversa: il Palazzo di Nicolò, realizzato nel XII secolo su preesistenze altomedioevali da un discendente di Bozone, il primo signore ad aver ricevuto in feudo il castello dal principe vescovo di Trento nel 1163. I “Bozoni” governarono il castello tra il XII e il XIII secolo costruendo i primi edifici all’interno della preesistente cinta; il Palazzo di Levante e l’Edificio Nuovo, realizzati su strutture medioevali nell’Ottocento dagli Austriaci, quando l’edificio, ormai in decadenza, fu destinato a sede degli Uffici dell’Impero Austro Ungarico per il controllo del territorio il Palazzo Nuovo costruito nel XIII secolo sotto il principato di Federico Vanga.
I restauri eseguiti negli anni Ottanta hanno portato in luce uno straordinario ciclo pittorico (inizi del XIII secolo) nella cappella San Martino, un ambiente risalente all’epoca carolingia (VIII sec) e successivamente inglobato nella costruzione del Palazzo di Nicolò.
Sulla parete settentrionale, quella meglio conservata, si succedono episodi della vita di Gesù – Annunciazione, Natività e Crocifissione- una scena apocalittica e figure di santi, eseguiti con ogni probabilità da una bottega di pittori itineranti, che, sebbene aggiornati alle nuove tendenze pittoriche come dimostrano ora l’accuratezza nei particolari e nel disegno, ora i tentativi di resa plastica delle figure, si esprimono attraverso un linguaggio di tipo popolareggiante.
Il ciclo, una rara e significativa testimonianza della pittura romanica in Trentino, si è fortunatamente conservato in buone condizioni grazie all’addossamento di un muro già in epoca medioevale, costruito per rendere più possente la cinta muraria agli attacchi. Sulla parete dell’altare si sono conservati affreschi trecenteschi.
Oltrepassato il portale sormontato dall’elegante loggia rinascimentale si accede al secondo cortile e da qui al Palazzo Nuovo. È un austero edificio in pietra ingentilito da eleganti bifore e trifore ad arco, risalente ai tempi del principe vescovo di Trento Federico Vanga (inizi XIII sec.).
A pianterreno la cupa e suggestiva Sala del Giudizio era destinata all’amministrazione della giustizia del territorio; una sopraelevazione della sala doveva infatti ospitare i giudici.
L’ambiente è illuminato unicamente da feritoie che denunciano l’originarioa destinazione difensiva dell’edificio.
Al piano superiore, raggiungibile da un’imponente scala esterna, l’ampia e luminosa Sala del Consiglio era invece un ambiente di rappresentanza del castello. Un affresco del Quattrocento, con le figure di Carlo Magno, del patrono di Trento san Vigilio e del principe vescovo Adelpreto, narra simbolicamente la storia del territorio concesso dall’Impero Germanico ai signori trentini.
Nell’antica torre, che si innalza accanto al Palazzo Nuovo, era ricavata una prigione: sul pavimento una botola era l’unico ingresso per la cella sottostante dove i prigionieri erano condannati a morire di stenti. Nelle vicinanze è visibile la cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, che consentiva l’approvvigionamento idrico al castello.
Sull’antica casa murata, prima proprietà vescovile all’interno del castello, si sviluppa l’edificio voluto dal principe vescovo Georg von Liechtenstein alla fine del XIV secolo e il cui aspetto originario è documentato nella rappresentazione del mese di gennaio nel celebre Ciclo dei Mesi affrescato in Torre Aquila a Trento.
A pianterreno sono visitabili le cantine, suggestivi ambienti voltati oggi destinati all’esposizione di una ricca collezione di chiavi e serrature dall’epoca medioevale all’Ottocento; al primo piano, raggiungibile attraverso il Palazzo Hinderbach, è l’antica cucina con la grande cappa, arredata con mobili e utensili in rame e in legno; al secondo piano la Sala dei Medaglioni, così denominata per l’elegante decorazione pittorica cinquecentesca in cui Allegorie e personificazioni di Virtù si affacciano da finti oculi, opera di un raffinato pittore al servizio del principe vescovo Bernardo Cles.
Addossato alla Casa Vecchia, il palazzo fu costruito nel 1477 dal principe vescovo di Trento Johannes Hinderbach, il cui stemma campeggia sopra l’ingresso.
Un’elegante scala, in cui si alternano scalini in pietra rossa e bianca, conduce alla Sala dei Putti, decorata da un fregio pittorico rinascimentale, e da qui, passando per l’antica cucina, alla Stanza del Vescovo, ambiente intimo dotato di un curioso “gabinetto a scomparsa”.
Al piano superiore la Sala del Camin Nero, abbellita da un fregio rinascimentale con scene di battaglia, prende il nome dall’imponente camino in pietra nera di Ragoli.
Le decorazioni pittoriche risalgono agli interventi voluti dal principe vescovo Bernardo Cles, committente a Trento del rinnovamento urbano e della costruzione del sontuoso Magno Palazzo.
Sul lato meridionale del Secondo cortile, accanto alla Torre dei Birri, si innalza un edificio risalente alla seconda metà del XII secolo e rimaneggiato nei secoli successivi.
Gli ambienti del pianterreno ospitano la collezione di manufatti in ferro battuto; al piano superiore, raggiungibile attraverso la loggia cinquecentesca e la Sala delle Guardie, la Sala dei Fiori è abbellita da fregi pittorici floreali risalenti al Quattro e Cinquecento.
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Prezzi ed orari
Come raggiungere
Il Castello di Stenico dista 35 km da Trento, ed è raggiungibile percorrendo la strada statale n. 45 bis per Tione fino a Ponte Arche. Quindi seguire le indicazioni.
Recensioni
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Storia
La parte più antica del castello, detta anche Casa Vecchia, fu costruita per opera del vescovo Adalpreto verso la metà del XII secolo. Il castello fu successivamente modificato e ampliato da altri signori che ne furono proprietari, quali Giorgio di Liechtenstein, Giovanni Hinderbach e Bernardo Clesio. Al secondo si devono la loggia rinascimentale e i pregevoli affreschi dell'edifico omonimo, Palazzo Hinderbach appunto, che si trova nel terzo cortile castellare.
Il castello di Stenico fu oggetto di inevitabili contese tra le importanti famiglie dei Londron, dei Campo e degli Arco (Castel Arco e Drena anzi, appartenuti a questa famiglia, meritano un visita a parte). Dalla seconda metà del XIII secolo, Stenico fu anche sede del Capitano delle Giudicarie.
Nell’ala orientale si trova l’antica cappella di San Martino, del XII secolo, ricca di importanti cicli in affresco medievale, da poco scoperti e restaurati. Le sale sono tutte arredate con mobili, dipinti, armi bianche ecc., databili tra il XVI e XIX secolo, facenti parte di collezioni appartenenti alla Provincia autonoma di Trento.
Indirizzo: Via al Castello
Facilities
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