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Descrizione
Il Castello di Porciano sovrasta il borgo omonino, piccola frazione di Stia. Attualmente si possono visitare i tre piani inferiori del Castello mentre i tre piani superiori sono residenza dei proprietari.
La torre del castello, oltre all’abitazione dei proprietari, ospita un piccolo museo dove sono conservati oggetti della vita contadina e materiale archeologico riguardante la storia del Castello di Porciano.
Il museo ospitato nel Castello fa parte della rete degli Ecomusei del Casentino.
Aperto domeniche e festivi, con orario 10-12 e 16-19 nel periodo compreso tra maggio e ottobre.
Per informazioni e visite per gruppi e scolaresche, chiamare cell: 3290209258.
Ingresso ad offerta libera.
Piano terreno
Interessante collezione di oggetti antichi di uso agricolo e domestico legati al mondo della mezzadria locale. Piccola collezione americana di oggetti dei pionieri e delle tribù Navaho e Lakota legati alla vita del padre della proprietaria, George Specht.
Vetrine con reperti romani nel museo del castello di Porciano
Primo Piano
Vetrine contenenti reperti archeologici trovati durante i restauri che coprono un periodo molto ampio, dall’epoca romana (alcune monete) all’epoca medievale e rinascimentale.
Salone di Dante castello di Porciano
Secondo Piano
Salone di Dante
Una grande sala con due belle finestre simmetriche ai lati del camino. Questa era la sala di rappresentanza nel periodo di vita del Castello (1000 – 1400 circa). Qui il conte Guidi offriva banchetti, amministrava la giustizia e riceveva messaggeri. Qui Dante ha raccontato, ha scritto e si è ispirato.
Oggi viene utilizzato dai proprietari in vari modi tra cui la possibile cessione in uso per conferenze, seminari, mostre e piccoli eventi.
Piano Terreno – Interessante mostra di antichi oggetti del Casentino di uso agricolo e domestico. Piccolo “Angolo Americano” dove sono esposti oggetti dei Nativi Americani e dei Pionieri. (Collezione
di George A. Specht).
Primo Piano – Materiale archeologico proveniente dagli scavi fatti al Castello, oltre a foto prima e durante i restauri, ricostruzioni grafiche, e documenti.
Secondo Piano – La grande sala di rappresentanza del Castello, detta “Salone
di Dante”.
Martha Specht Corsi porta avanti con la stessa passione dei suoi genitori la manutenzione e la valorizzazione del castello, che oggi fa parte della rete ecomuseale del Casentino, dell’Associazione Dimore Storiche Italiane e del progetto “Ippovia del Casentino”. «Alla morte di mia madre, quando ho potuto mettere in campo me stessa, ho iniziato a innamorarmi davvero di questo luogo speciale, pieno di pace».
Per garantire un futuro al Castello, la proprietaria sta improntando un progetto di turismo sostenibile, costruito su percorsi a tema, con la possibilità per visitatori italiani e stranieri di soggiornare nel castello e in alcune case restaurate nei dintorni della rocca.
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Storia
La torre del castello di Porciano fu costruita intorno al 1000 dai potenti Conti Guidi, proprietari di molti altri castelli in Toscana e in Romagna. In Casentino i più noti sono Poppi, Romena e Porciano. Il Castello di Porciano, di proprietà privata, è l’unico tra questi ad essere tornato alla vita sia come museo che come abitazione.
Dante fu ospite dei Conti Guidi di Porciano durante il suo esilio da Firenze e qui scrisse nel 1311, tre famose lettere “Ai Principi e Popoli d’Italia”, “Ai Fiorentini”, “Ad Arrigo VII”.
I Conti Guidi cessarono di vivere a Porciano alla fine del 1400. Il Castello passò prima alla Repubblica di Firenze e poi al Comune di Stia e fu venduto nel 1793, già in stato di rovina, ad un antenato degli attuali proprietari, Abate Conte Giuseppe Goretti de Flamini.
Dal tardo ‘700 fu fatto solo qualche piccolo intervento conservativo per mantenere in piedi l’enorme torre di circa 35 metri di altezza.
La parte interna del Castello di Porciano prima del restauro
Nel 1963 i genitori della proprietaria Martha Corsi Specht, Flaminia Goretti de Flamini e George Specht, si dedicarono per molti anni al recupero completo di questo importante monumento.
Tutta la parte interna del Castello era crollata (vedi foto); anche le mura perimetrali della torre erano fortemente danneggiate sia internamente che esternamente.
La Sovrintendenza diresse tutti i lavori concedendo alcuni contributi statali essenziali per la stabilità ed il recupero del monumento.
Il Castello di Porciano (X - XI sec.) fu uno
dei primi insediamenti dei conti Guidi
e rimase in loro possesso fino al XV secolo,
epoca in cui passò alla Repubblica
Fiorentina.
La famiglia Guidi ebbe grande importanza
in Toscana ed in Romagna fino dal X
secolo. Vasti territori di queste regioni
erano sotto il loro dominio e tra queste
la valle dell’ Arno Casentinese dove essi
posero le loro principali residenze in
Romena, Porciano e Poppi.
Il primo documento di cui si ha notizia
che menzioni Porciano, risale al 8 giugno
1007. Nel 1017 fu redatto in Porciano
un documento che riguarda una donazione
fatta dal Conte Guido ai monaci di
S. Fedele in Strumi.
Nelle varie vicende di questo castello
emerge la parte che vi ebbe Dante Alighieri.
Durante il suo esilio casentinese
Dante venne ospitato dai Conti Guidi
nel Castello di Porciano. Fu in quel periodo
che Dante scrisse le sue tre famose
lettere, «Ai Principi e Popoli d’Italia”,
«Ai Fiorentini », «Ad Arrigo VII» (1311).
Nel 1349 Porciano si pose sotto la protezione
di Firenze con gli “Atti di Accomandigia”
e, nel 1444 Porciano e le sue
terre passarono definitivamente sotto il
dominio della Repubblica Fiorentina.
Il castello, carico di anni e di storia, era
già in precarie condizioni quando nel
XVIII secolo, venne acquistato dall’Abate
conte Giuseppe Goretti de Flamini e
dai suoi fratelli.
Il Castello rimase a lungo in stato di abbandono
finchè nel 1913 Goretto Goretti
de Flamini, nonno della attuale proprietaria,
installò quattro catene in ferro
legando la torre a metà della sua altezza,
salvando il Castello dal crollo quando
quasi tutto il paese di Porciano venne distrutto
dal terremoto del 1919.
Nel 1963 vennero iniziati i lavori di restauro
da George A. Specht e sua moglie Flaminia
Goretti de Flamini, genitori dell’attuale
proprietaria. I lavori furono portati avanti
con la direzione ed il parziale contributo
delle Soprintendenze alle Belle Arti, prima
di Firenze e poi di Arezzo.
Scavi, rimozioni di macerie e indagini
permisero di trovare la grande cisterna,
l’arengo, la base del muro castellano e
due cisterne minori. In tali scavi vennero
alla luce frammenti di ceramica databili
dal XIV al XVIII secolo, vetri, reperti di
ferro, travi ecc… Si deve al Gruppo Archeologico
Casentinese (GAC) lo studio,
la catalogazione ed il restauro dei reperti
di ceramica, nonché la ricerca di documentazione
inerente alla storia del Castello e
del suo restauro con la consulenza del Prof.
Guido Vannini (Università di Firenze).
Questo materiale è attualmente esposto
in una sala nei piani inferiori del Castello.
L’attuale proprietaria porta avanti con la
stessa passione dei suoi genitori la manutenzione
e la valorizzazione di questo
antico castello riportato alla vita.
Indirizzo: Località Porciano
Facilities
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