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Descrizione
Il Castello di Salemi è ubicato alla sommità della collina su cui sorge il borgo omonimo, che sorge proprio nel cuore della Valle del Belice. Il borgo è di origine arabo-medievale, dal particolare impianto urbanistico del tipo a strigas di età ellenistica, con strade ortogonali.
Il castello è stato oggetto negli ultimi anni (2004-2010) di accurati lavori di restauro, ed è tornato fruibile nella sua interezza nel giugno 2010.
Il castello ha un impianto leggermente ruotato in direzione nord-est/sud-ovest rispetto agli assi nord-sud della città ed occupa un lato della piazza Alicea, detta nel XVII-XVIII secolo della "casa Giuratoria'. Sulla piazza prospettava la chiesa madre (XIV secolo) che venne ampliata su progetto di Mariano Smiriglio (XVI secolo) fino ad occupare quasi la metà dell'invaso pubblico. La piazza, di impianto pressoche rettangolare, una volta demolita la chiesa a seguito del sisma del 1968, ha ripreso la volumetria originaria.
Collegate al castello erano alcune strutture murarie, recentemente demolite, che facevano parte del circuito murario medievale cittadino, in cui si apriva la vicina e sottostante 'Porta Ghibli', ormai scomparsa, il cui nome si conserva ancora nell'antica via di accesso alla piazza.
Altre torri, stante alle fonti ottocentesche, quali la vicina torre campanaria medievale della chiesa madre e la torre della chiesa di Sant'Antonino formavano un'estensione del complesso sistema di avvistamento in difesa della citta. La notizia appare alquanto dubbia se non riferita al pieno XIV secolo, quando viene realizzata la chiesa e forse il campanile.
Tuttavia, va notato che nessuna delle due torri supera in altezza il terrazzo sommiitale del torrione cilindrico, ancora oggi il punto piu alto della città. La leggendaria contemporaneità costruttiva del castello di Salemi con quelli di Settesoldi (distrutto) e di Mokarta (ruderi), sembrerebbe priva di fondamento, cosi come lo è la loro rispettiva corrispondenza visiva. Altrettanto infondata è l'altra rete di relazioni visive, accreditata localmente, con i castelli di Calatafimi e di Calatabarbaro (Segesta).
Il castello si relaziona soltanto con la costa sud-occidentale e con il centro di Mazara del Vallo; verso nord solo con il castello di Monte Bonifato (Alcamo).
Il castello di Salemi, nella forma unitaria e articolata giunta fino a noi, ha una corte quasi rettangolare cinta da muri su tre lati (nord-ovest, nord-est e sud-ovest) e da un edificio abitativo lungo il lato sud-est, un salone originariamente rettangolare tripartito in un secondo tempo; l'angolo nord è occupato da un corpo edificato ad un solo piano fuori terra, realizzato negli anni '30: il serbatoio idrico comunale.
Il maniero possiede tre torri angolari, una tonda (ovest) e due quadre (est, sud); una quarta torre (quadra?) esistente nell'angolo nord è probabilmente crollata nel secolo XVII. Nell'angolo tra la torre quadra maggiore (est) in pietra concia ed il muro esterno sud-est in opera incerta, si individua un tessuto murario che per la tecnica usata rimanda ad edifici di eta normanna o islamica, pur non escludendo l'età bizantina.
La configurazione è semplice ed unitaria, nonostante le sopraelevazioni dei due vani laterali del salone rettangolare abbiano sminuito la forza svettante delle due torri quadre che, in origine, superavano in altezza tutte le fabbriche vicine.
In eta aragonese, furono quasi certamente edificate le sopraelevazioni viste in precedenza ed almeno altre due, oggi scomparse, e cioe un corpo a due elevazioni lungo il muro nord-est ed un corpo di guardia aggiunto all'esterno del recinto. In eta non meglio precisata furono realizzati altri due stretti corpi rettangolari addossati ai muri nord-ovest e sud-ovest, dei quali non resta alcuna traccia. Il prospetto su piazza Alicea è costituito da un muro cieco ad opera incerta rinserrato tra due torri quadre aggettanti, sottolineato da tre feritoie sommitali incompiute e da due finestre tarde, una delle quali e una bifora retta, in corrispondenza della sopraelevazione del vano sud.
Le torri quadrate sono dei veri e propri prismi sovrapposti a sezione decrescente in pietra concia per circa meta dell'altezza e ad opera incerta nella parte superiore. II prospetto sud-ovest, contenente l'ingresso, e caratterizzato dalla presenza di una delle due torri quadrete (la minore) e dalla torre cilindrica che inquadrano il portale di accesso al castello. La torre quadrata presenta un balcone a petto con balaustra seicentesca al posto di una feritoia.
La torre cilindrica, figurativamente composta da tre cilindri sovrapposti a sezione decrescente, e ad opera incerta con due cinture in pietra concia che sottolineano i passaggi da una sezione all'altra, bucata solo da strette feritoie e da finestre rettangolari, a volte con feritoie nel davanzale. In sommita delle torri e un coronamento di merli rettangolari (in gran parte di restauro) con feritoie assiali.
L'ingresso al castello è costituito da due archi acuti di diversa ampiezza, posti sullo stesso asse, separati da due fenditure entro cui scorreva la saracinesca; l'ingresso era difeso all'esterno da un corpo di guardia aggiunto nel XIV secolo, un vano rettangolare (7,30 x 3,30 metri} con copertura lignea su mensole scultoree (restano in sito alcuni esemplari), demolito negli anni '60 nel corso dei lavori di restauro. Dei prospetti esterni, segnati quasi sempre da feritoie, il prospetto sulla cone e sottolineato da una originale simmetria data da due bifore cistercen-si (una e di recente restauro), poste ai lati di un portale architravato, previsto in origine ad arco acuto.
II medesimo prospetto era segnato da alte monofore sottolineate dal perimetro in conci di calcarenite scura, inutilizzabili a seguito dell'immissione delle bifore ed obliterate dall'introduzione delle volte reali interne in sostituzione del precedente solaio in legno. Le torri possiedono volte archiacute poggianti su costoloni diagonals e perimetrali mentre quelle degli ambienti abitativi sono reali in pietra, quasi sempre scandite da archi trasversi poggianti su mensole a doppio quarto di cerchio, privi di funzione portante.
Nel vano sud del corpo abitativo e nei vani di accesso alia torri quadre, non-che nel vano superiore del torrione cilindrico, sono ubicati dei piccoli vani latrina autonomi, con condotta di espulsione verso l'esterno oltrechè, in un caso, di una piccola feritoia. I tre vani del salone rettangolare presentano piccoli focolari dotati di canna fumaria. Frequenti sono poi in tutti i vani dei piccoli ripostigli cubici alle pareti, usati originariamente come armadi-dispense.
Nella corte era presente un pozzo collegato ad una cisterna avente uno sbocco all'esterno tramite un canale di incerta utilizzazione. Alcune soluzioni planimetriche e quelle figurative degli elementi strutturali che decorano l'edificio fortificato, sono utili per la datazione delle fasi di vita del castello e in particolare:
a) torrione cilindrico con tre vani sovrapposti; il primo circolare e gli altri due a pianta ottagonale; la copertura del piano inferiore e una volta a calotta con due costoloni ortogonali; queUe dei piani superiori sono volte ombrelli-formi a sesto acuto, con costoloni a sezione trapezoidale che si staccano, in alcuni casi, da mensole piramidali;
b) in due casi (torri quadre est ed ovest) i costoloni trasversi presentano una chiave scultorea (croce commissa e girandola);
c) nel vano al piano del cortile della torre quadra est, i costoloni trasversi sono sorretti da esili colonne angolari intagliate nella tipica pietra locale, denominata 'campanella';
d) scala di comunicazione tra due vani sovrapposti della torre quadra sud; il primo tratto all'esterno del grosso murario, nel primo tratto era a due rampe ad angolo retto su mensole a cuscino o a doppio quarto di cerchio;
e) portali di ingresso archiacuti e ad arco scemo;
f) iscrizioni di eta sveva negli architravi delle finestre superiori della torre cilindrica;
g) struttura concia delle due torri quadre con conci lunghi (cm 155 x 32 x 50);
h) bifore archiacute con colonnina cistercense nel prospetto sulla corte; i) bifore architravate con colonnina nelle sopraelevazioni del salone e, nel vano superiore della torre est, con mensola-tegola superiore aggettante all'esterno;
j) finestre con vano dotato di sedili laterali e piu volte di una feritoia nel davanzale;
k) alte feritorie per il tiro con le balestre aventi estremità a staffa o a coda di rondine.
Per meglio chiarire le relazioni tra le parti e gli avvenimenti accaduti intorno al castello è bene sottolineare quanto segue: per analogia con la basilica del Murgo di Lentini (SR), intorno al 1224-1225 andrebbe collocata la costruzione della torre quadra est e, probabilmente, la torre quadra sud, nonchè il muro nord-est; al 1239 circa, per analogia con gli ambienti e con le torri tonde del castello Ursino di Catania, il torrione cilindrico di Salemi; andrebbe ricondotto infine ad eta normanna, pur senza alcun tipo di riscontro oggettivo e usando con le dovute cautele l'argomento ex silentio, la terza torre quadra nord, crollata probabilmente nel XVI-XVII secolo.
L'impianto ipotizzato nella sua complessità, troverebbe riscontri fattivi in altre architetture di età sveva dell'Italia meridionale (ad esempio il castello di Manfredonia, con un rapporto invertito di tre torri tonde ed una quadra) e, in Sicilia, nei castra di Marsala (XII-XIII secolo) e di Ypsigro (XIV secolo), cioè l'odierna Castelbuono, dove i castelli hanno un impianto quasi trapezoidale l'uno e rettangolare l'altro, con tre torri quadre ed una tonda.
Numerosi sono infine i vistosi rifacimenti dei restauri effettuati dagli anni '60 ai nostri giorni privi di uno studio storico, stilistico e tipologico attendibile, hanno contribuito a trasfigurare il complesso che nonostante ciò conserva ancora vistose tracce di instabilità statica (cinture in ferro provisionali nel torrione cilindrico sono state apposte dopo il terremoto del 1968 e non sono state ancora rimosse) e degrado corticale della pietra sostituita in alcuni casi da un tessuto murario stile anni '50, indifferente rispetto alla tecnica originaria.
Oggi il Castello di Salemi rappresenta il fiore all'occhiello del paese, essendo diventato sede museale e luogo dove si svolgono concerti e convegni culturali.
Con il biglietto di ingresso del castello è possibile visitare anche il Palazzo dei Musei (ex Collegio dei Gesuiti), formato da ben 4 musei:
- Museo della Mafia: nato da un'idea di Vittorio Sgarbi, che ne ha affidato la realizzazione all'artista siciliano Cesare Inzerillo, il Museo della Mafia è stato inaugurato a Salemi l'11 maggio 2010, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;
- Museo del Paesaggio: il Museo del Paesaggio di Salemi, il primo in Italia, nasce da un'intuizione di Vittorio Sgarbi, da tempo impegnato in un'intensa campagna di sensibilizzazione alla tutela del patrimonio ambientale italiano. Oltre alle mostre organizzate periodicamente, è possibile visitare la mostra permanente "Paesaggi d'Italia", curata dal FAI (Fondo Ambientale Italiano);
- Museo del Risorgimento: inaugurato dal Presidente della Repubblica nel 2010, in occasione dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il Museo del Risorgimento, che si sviluppa in due sale, conserva testimonianze e cimeli risalenti al periodo risorgimentale; vi si trovano carteggi, bandiere, foulard, armi, dipinti raffiguranti i protagonisti dell’epoca, giornali; al centro di una delle due stanze è posta una riproduzione del Castello, realizzata con mattoncini ricavati dalla pietra del Castello stesso;
- Museo dell'Arte Sacra.
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