Castello Di Trappeto

Castello Sicilia, Palermo - Trappeto

Epoca
XV Secolo
Visitabile
Si, gratuito
Proprietà
Privata

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Descrizione

Le rovine che identifichiamo con il trappeto fortificato di Partitico sorgono su una elevazione rocciosa a pochi metri dal Tirreno e poche centinaia di metri ad ovest dal porticciolo (o piuttosto dal ridotto di barche) di San Cataldo (nell’angolo orientale del golfo di Castellammare), a sua volta difeso da una torre di cui sussistono alcune rovine. Alle spalle della costa si estende la fertilissima piana di Partinico che nel XV e XVI secolo era, almeno in parte, coltivata a canna da zucchero. La posizione del trappeto fortificato, praticamente sulla costa, se da un lato lo esponeva ad attacchi provenienti dal mare, dall’altro rendeva più facili ed economiche le operazioni di imbarco dello zucchero per l’esportazione.

Le rovine esistenti constano, in primo luogo, di un lungo tratto di muraglia (ca. 50 m) rinforzato alle estremità da due torri (o piuttosto bastioncini) con scarpatura; la muraglia incamicia il rilievo su cui sorgeva il complesso edilizio dal lato che guarda verso il mare. Sulla sommità del rilievo, costituita da una spianata di modesta superficie, si vedono i resti di una probabile torre (potrebbe essere quella ben evidente nella raffigurazione di Spannocchi) e tracce di altri edifici. Le strutture superstiti, realizzate in conci di tufo, pietrame informe e ciottoli fluviali, dovrebbero potersi datare fra la fine del XVI secolo e gli inizi del successivo.

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Prezzi ed orari

Come raggiungere

Dall'autostrada A29 prendere l'uscita Partinico ed entrare nella SS113; dopo 2 km imboccare la SS187 e svoltare a destra per Contrada San Cataldo. Il castello è ad ovest della foce del torrente Nocella.

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Storia

Il castello quattrocentesco nasce nel 1448 (6 maggio) con la licenza al falconiere regio Nicolò Leofante di costruire un forte a protezione del suo trappeto (mulino) da canna di zucchero alla marina del feudo di Partinico il 21 febbraio 1456si ha la concessione al Leofante della costiera di Partinico per iactum baliste a mari intra terram e nuova autorizzazione a costruire trappeta cum turri seu fortilicio. Nel 1578 Spannocchi ricorda il trappeto fortificato della marina di Partitico e lo raffigura come un complesso edilizio cinto da mura e sorvegliato da una torre a pianta quadrata o rettangolare: era proprietà di Cola Bologna e rendeva 650 onze l’anno.

La mappa della costa disegnata da Spannocchi porta ad escludere che il trappeto fortificato sorgesse sul sito attualmente occupato dal comune di Trappeto, dal momento che questo è un tozzo promontorio scarsamente sporgente sul Tirreno, ben evidenziato da Spannocchi e chiamato con il toponimo “Calatacupone”; in quest’ultima località Spannocchi proponeva la costruzione di una torre, mentre il “trappeto di Partinico” è raffigurato circa due miglia ad est (Spannocchi, cc. LXXII-LXXIII), la distanza esistente attualmente fra il centro abitato di Trappeto e le rovine di ciò che identifichiamo con il trappeto fortificato. E’ verosimile che la torre la cui erezione era prescritta da Spannocchi sia stata effettivamente costruita nella località ove, più tardi, si sviluppò il comune di Trappetto; alle sue rovine si dovrebbe riferire la scheda di Mazzarella e Zanca (1985, pp. 169-170) relativa alla “torre di Trappeto”.

Bibliografia

 G. L. Barberi, Magnum Capibrevium dei feudi maggiori, a c. di G. Stalteri Ragusa, Palermo 1993.

S. Mazzarella, R. Zanca, Il libro delle torri. Le torri costiere di Sicilia nei secoli XVI – XX, Palermo 1985.

T. Spannocchi, Marine del regno di Sicilia, a c. di R. Trovato, Catania 1993.

D. Tuzzo, Trappeto nella sua storia, Alcamo (TP) 1977.

Castelli medievali di Sicilia, guida agli itinerari castellani dell’isola; Regione Siciliana Centro Regionale per l’Inventario la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali e Ambientali.

 

 

 

Indirizzo: Piana costiera San Cataldo, a ovest della foce del torrente Nocella, 3 km. ad est dal centro abitato di Trappeto; raggiungibile a piedi lungo la costa.

Facilities


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