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Descrizione
Quanto rimane del castello si trova alla sommità di una rupe che domina, da ca. 1000 m, la valle del torrente Serravalle, fiumara che incide lo spartiacque tra i bacini settentrionali dell’interno e i corsi d’acqua che si riversano nel Tirreno. Nella parte meridionale, nascosta alla vista del castello, si estende l’abitato, ricco di edifici anche prestigiosi.
Rapporti visivi si potevano intrattenere con il castello di Serravalle, con le vedette collocate in località Santa Croce di Mistretta e Santa Croce di Santo Stefano di Camastra e con le cime dei rilievi verso l’entroterra.
Secondo una fonte locale del 1902 il castello pare che avesse quattro torri. Attualmente si raggiunge attraverso una ripida rampa che costeggia la rupe.
I ruderi che sopravvivono consentono di riconoscere la parte sommitale di un complesso che, in origine, doveva estendersi anche lungo i fianchi della vetta e di cui sopravvivono altre strutture all’interno di un perimetro murato più ampio. Il presumibile mastio oggi è accessibile da scalinata che approda ad un’apertura ricavata nelle sue murature che, a loro volta, sul fronte ovest, sono caratterizzate dalla presenza di tre feritoie.
Fra i resti che emergono da uno spesso strato di detriti sono stati identificati tracce di una chiesa, di una cisterna e di ambienti ipogei.
Il recente impianto di una pineta nel pianoro sottostante il mastio ha pregiudicato una lettura di insieme del complesso, rischiando di danneggiare consistentemente il substrato che si rivela di sicuro interesse archeologico.
I pochi frammenti delle murature superstiti sono realizzati con pietrame legato da malta di calce.
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Storia
Non è precisabile una ricostruzione storico-costruttiva completa; è documentato il suo stato di fatiscenza fra la metà del ‘400 e gli inizi del ‘500. Sarebbe stato distrutto nel 1600.
Nel 1081 Mistretta è compresa nella diocesi di Troina.
Nel 1083 insieme a San Marco è protagonista della rivolta di Giordano Altavilla.
Nel 1101 la località è citata come villa et castellum.
Nel 1122 è in possesso di Matteo Bonello, citato in alcuni diplomi come di Creum o di Amestratou.
Nel 1131 la località è compresa nella nuova diocesi di Cefalù.
Nel 1160 insieme a Caccamo il castello di Mistretta è protagonista della ribellione di Matteo Bonello contro Guglielmo I.
Nel 1271 Carlo d’Angiò investe del castello di Mistretta Enrico e Guglielmo Visconti, nipoti di papa Gregorio X.
Nel 1338 la rocca è occupata dai ribelli Enrico Rosso, Federico Chiaramonte e Federico Ventimiglia.
Nel 1448 passa al demanio regio e nel 1450 risulta necessitare di urgenti interventi di ripristino.
Nel 1458 il castello è ancora presidiato da un castellano e quattro serventi.
Nel 1520 il castello, che fungeva anche da carcere, va in rovina; il suo personale viene ridotto al castellano e al portiere e parte del loro salario è devoluto alla riparazione delle sue fabbriche.
Nel 1633 a seguito del riscatto dalla signoria feudale del genovese Gregorio Lancillotto Castelli, sarebbe stato assaltato e demolito dai mistrettesi.
Bibliografia
Castelli medievali di Sicilia, guida agli itinerari castellani dell\'isola; Regione Siciliana Centro Regionale per l\'Inventario la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali e Ambientali.
Indirizzo: Centro urbano, località Castello
Facilities
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