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Descrizione
Il complesso dei muraglioni di cinta rafforza un’acropoli già naturalmente fortificata e ideale per la collocazione di un insediamento; tale condizione è stata alla base dell’antichissima antropizzazione del sito testimoniata dalla ricchezza e varietà dei reperti archeologici rinvenuti in situ e custoditi nel museo realizzato entro la stessa acropoli. La fortezza, caposaldo dell’arcipelago eoliano, presidiava un porto di eccezionale importanza lungo le rotte commerciali tra l’Italia peninsulare e la Sicilia, corroborando tale funzione attraverso un legame logistico con le dirimpettaie Patti e Milazzo.
I resti del castello medievale integrano e completano, per gli aggiornamenti difensivi dell’epoca, le mura della vecchia acropoli del V/IV secolo a.C. cui si giustappongono dal lato settentrionale. Di fatto, su questo versante, l’elemento più significativo è una torre che controlla l’accesso principale. Da questo varco si poteva guadagnare la quota dell’acropoli solo attraversando uno stretto cunicolo a gomito, organizzato come uno straordinario dispositivo di offesa, tramite feritoie e caditoie, tutt’ora evidenti lungo il percorso. Le murature sono realizzate con materiali basaltici, tipici del luogo. Superate le fortificazioni spagnole e la torre greca (IV sec. a.C.) su cui si imposta la torre-porta medievale (Xll-Xlll sec.), si giunge al cuore della cittadella. Sulla destra la Chiesa di S. Caterina, seguita da una zona di scavi archeologici che mostrano resti sovrapposti di abitazioni (capanne), edifici e strade di varie epoche, dall'età del bronzo (cultura di Capo Graziano) all'epoca ellenistica e romana; alle spalle si elevano la Chiesetta dell'Addolorata e la settecentesca Chiesa dell'Immacolata. Sul lato sinistro, al centro, si eleva la cattedrale dedicata al patrono delle Eolie, San Bartolomeo: di impianto medievale, è stata ricostruita in epoca spagnola, mentre la facciata è del XIX sec. Il chiostro annesso risale all'epoca normanna. Di fronte si apre una scalinata che risale all'inizio di questo secolo e per edificare la quale si sono dovute "tagliare" le mura.
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mary
- 05/09/2010
Storia
Nel 1085 si colloca la probabile fondazione dell’abbazia di San Bartolomeo di Lipari da parte dei fratelli Ruggero e Roberto, prima della morte di quest’ultimo avvenuta in quell’anno.
Tre anni dopo la prima attestazione documentaria dell’istituzione dell’abbazia.
Nel 1094 Ruggero conferma le precedenti donazioni all’abate Ambrogio. A queste si sommano le donazioni dei suoi baroni.
Nel 1109 la regina Adelasia del Vasto Aleramici concede alcuni giudei all’abbazia di San Bartolomeo.
Nel 1131 l’antipapa Anacleto II erige a sede vescovile i monasteri riuniti di Patti e Lipari.
Nel 1134 un diploma di conferma da parte di Ruggero II delle antiche dotazioni cita: un visconte, tale Albertus, un guarda castello e uno stratigoto.
Nel 1139 il vescovado torna ad essere abbazia.
Nel 1150 la località è citata da Idrisi come hisn. Nel medesimo periodo la zona sembrerebbe abitata solo in alcuni periodi dell’anno e dispone di un piccolo porto.
Nel 1159 si riabilitano le funzioni vescovili dell’abbazia di San Bartolomeo.
Nel 1166 l’abate è definitivamente consacrato vescovo.
Nel 1396 il vescovado di Lipari e Patti è concesso a Giovanni d’Aragona.
Nel 1544 il castello è attaccato e raso al suolo dall’ammiraglio turco Barbarossa.
Bibliografia
Castelli medievali di Siclia, guida agli itinerari castellani dell\'isola; Regione Siciliana Centro Regionale per l\'Inventario la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali e Ambientali.
Indirizzo: Centro Urbano, Via Garibaldi, Via del Concordato
Facilities
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