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Descrizione
Il Castello di Forza d'Agrò sorge nel posto piu alto e meno accessible della valle d'Agrò, ad oltre 420 m.s.l.m., forse sui ruderi di una fortificazione preesistente. Ad esso si accede alla fine di una lunga e ripida scalinata di pietra che s'inerpica stretta e sinuosa a ridosso della rupe intorno alia quale si è sviluppato l'insediamento. Il castello si è adattato all'orografia del tutto peculiare del sito, in posizione tale da dominate su un versante il sistema della valle e, sul versante opposto, consentire la sorveglianza della costa, oltre naturalmente sovrastare l'abitato il cui tessuto edilizio giunge a toccarne le strutture.
Interessante è il rapporto esistente tra il complesso fortificato ed il convento di Sant'Agostino: esiste infatti un asse visuale che lega il sagrato della chiesa di quest'ultimo con il fortilizio. L'impatto visuale del manufatto è rilevante, costituendo un'importante emergenza nel paesaggio, caratterizzandosi per la massa della cinta muraria, realizzata in pietra calcarea e solo in alcune zone residue intonacata, e per l'emergenza della torre, che svetta a guisa di pivot.
Il sistema fortificato rappresenta un interessante esempio di complesso militare sviluppatosi in ragione della situazione orografica del sito con la quale instaura un rapporto che è contemporaneamente di dipendenza e di utilizzo. Se, da un lato, l'edificazione dei manufatti è stata condizionata, man mano che si precede verso la sommità del promontorio che sovrasta il paese, in ragione dei piani di posa progressivamente sfruttabili, dall'altro le esigenze militari hanno trovato una adeguata risposta nella conformazione dei luoghi.
Si riscontra, infatti, una prima semicinta muraria, formata da due segmenti murari rivolti a nord e ad est, attestantisi direttamente sull'altura, i quali in corrispondenza del loro punto di incontro originano un rincasso, conseguenza di un improvviso salto di quota. A tale rientranza conduce la scalinata di accesso, ove si trova il portone d'ingresso al fortilizio, costituito da grandi blocchi di pietra bianca locale, soverchiati dalle mensole di una caditoia. Sull'architrave un'epigrafe ricorda la ristrutturazione del castello, avvenuta nel 1595, per iniziativa dei giurati e dei deputati di Forza D'Agro:
Fu: redificato in li: 1595; per Ph(ilipp)o di Oliveri: Simoni Raneri: Bernardo Crisafulli Iurati: D(ome)n(i)co Di Mascali: D(ome)n(i)co Garufi: Lixandro Mano: et Matheo Pagano Deputati.
Varcato l'ingresso, la stessa scalinata scavata nella roccia con un doppio tornante conduce ad altri due muri di difesa disposti ad 'L', ancora rivolti a nord e ad est, ma questa volta col vertice verso l'interno del promontorio. Il muro rivolto ad est svolge infatti funione di scarpa nei confront! di un terrapieno.
Sul crinale è impostata l'ultima cinta difensiva costituente, in parte, il perimetro di un articolato complesso di manufatti edilizi comprendente, tra l'altro, un primo atrio accessibile dal fronte settentrionale tramite una scala scavata nella roccia, un ambiente di pianta rettangolare ed asse principale nord/sud, un secondo ambiente adiacente e collegato al lato occidentale del primo, a pianta quasi quadrata che potevano, presumibilmente, essere stati destinati ad alloggiamenti dei soldati e magazzini per le granaglie.
Secondo l'asse est/ovest è invece orientata la pianta della chiesa del Crocifisso, della quale sono ancora esistenti alcuni resti delle mura perimetrali e dell'altare. La torre campanaria svetta all'angolo sud/est del complesso ed era caratterizzata dalle quattro aperture archeggiate, disposte ognuna in asse al relative fronte, e dalla sobria modanatura del coronamento. Oggi, purtroppo, il lato settentrionale è diruto e la cornice sommitale è in piu punti mancante. In parziale corrispondenza alia giacitura dell'ormai non piu esistente parte occidentale della chiesa del Crocifisso, sorge oggi un fabbricato chiesastico di epoca piu recente, il cui volume principale e a blocco prismatico, con copertura a tetto supportato da capriate, tavolame e rivestimento in coppi laterizi.
La pianta è pertanto ad unica navata, con asse longitudinale in direzione est/ovest. Sul suo lato sud e situato un piccolo locale, originariamente adibito a sacrestia, di forma quadrata e con un'unica finestrella strombata. Il fronte principale è caratterizzato dal portale d'ingresso e dalla soprastante finestra. Sono quadrangolari, allineati secondo l'asse verticale di simmetria del prospetto, di identico apparato decorativo, invero elementare, costituito da una fascia perimetrale non sagomata e da una cornice sovrapposta all'architrave.
Nell'elevato luogo fortificato sono distribuiti alcuni pozzi destinati all'approvvigionamento dell'acqua. In uno spiazzo sopraelevato, posto presso la chiesa, si distingue, per la forma simile ad una grotta, quella che la tradizione ritiene essere la polveriera del castello.
Ad ovest, sul fronte opposto a quello dal quale si è saliti (e che si e testè descritto), la cinta muraria piu interna si chiude massiccia, caratterizzata dalla presenza di due squadrate torri, ciascuna con un'apertura centrale strombata verso l'esterno e ad arco ribassato. Pressocchè tutte le opere di fortificazione presentano nei paramenti le strette feritoie susseguentesi ad intervalli regolari, tipica conseguenza dell'introduzione delle armi da fuoco.
Nel 1876 l'area del castello e stata adibita a cimitero e in esso sono state infatti collocate tombe disposte nei luoghi piu impensati, ovunque fosse possibile scavare il terreno. Solo nel 1989 il comune di Forza D'Agro ha provveduto a costruire un altro cimitero in una zona lontana dal centro abitato.
Il castello versa oggi in una situazione di abbandono, posto lassù, a dominio della vallata d'Agrò, tra l'indifferenza della gente ed il distratto suardo degli operai che proprio sotto il maniero stanno lavorando al restauro delle antiche case, per la creazione probabilmente di un borgo diffuso (luglio 2011). E così il povero visitatore e/o tursita che giunge alla fine della ripida scalinata che porta al castello non trova altro che un portone chiuso da un lucchetto. L'ennesimo castello chiuso.
Benvenuti in Sicilia, terra di grande cultura ma di poca civiltà e sensibilità verso un patrimonio di incommensurabile valore storico ed archeologico.
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Prezzi ed orari
Come raggiungere
Autostrada Messina Catania, uscita Roccalumera, direzione Forza d' Agrò e poi SS114.
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Storia
Magre le notizie storiche riguardanti l'abitato. Nel 1117 Agrilla è attestato alla maniera di casale. Nel XIV secolo l'abitato risulta protetto da una cinta muraria. Le fasi costruttive della fortezza principiano nel XII secolo: si ritiene che in epoca normanna sia stato eretto il nucleo principale della fortezza, su ruderi di epoca più antica (un kastron bizantino?). Filoteo degli Omodei, nel XVI secolo, descrive già in rovina il castello di Forza d'Agrò. Solo nel 1595, come è possibile apprendere dall'iscrizione ancora esistente sulla sommità dell'ingresso principale, la fortezza è oggetto di ingenti restauri. Vito Amico, nella metà del XVIII secolo, racconta dell'esistenza di "vestigia dell'antica fortezza". Nella seconda metà del XIX secolo parte della chiesa e dell'area del castello vengono adibite a cimitero. Secondo una notizia del Bottari, durante la prima metà del XX secolo si saccheggia il castello per ricavarne materiale da costruzione.
Indirizzo: Via Castello, Via Portello
Facilities
Se sei interessato a questo spazio per il tuo ristorante/locanda/osteria inviaci una mail a info@icastelli.it