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Descrizione
Il castello di Mussomeli, situato a due chilometri dall'omonimo paese, è costruito su una rocca calcarea ad un’altezza di circa 80 metri. Quasi alla base della roccia si trova una cinta muraria posta a difesa della stradella di accesso. Sulla vetta si trova una seconda cinta muraria che racchiude la parte residenziale del castello.
Dopo essere saliti attraverso la strada di accesso e dopo aver attraversato un ponte levatoio si accede attraverso una porta ad arco all’interno della prima cinta muraria. Ai due lati della porta d’ingresso si possono ammirare due stemmi intagliati sopra dadi della stessa pietra. Il dado di destra porta scolpito un giglio senza altri accessori. Lo stesso disegno pare che porti il dado di sinistra, ma non si rileva chiaramente.
Che cosa rappresenti quel giglio non è facile spiegare. Non è assurdo congetturare che in origine quei due dadi portassero le armi dei Chiaramonte, consistenti in un monte dalle cinque cime rotonde. Caduti i Chiaramonte, si volle disperdere qualsiasi traccia della loro potenza, a al monte dalle cinque cime si sostituì un giglio, che probabilmente rappresentavano il dominio di D. Giamo de Prades.
Di fronte all’ingresso si notano i ruderi di una grande stalla, capace di contenere cinquanta cavalli; è la cosiddetta scuderia, di cui restano importanti ruderi con volta a botte a direttrice ogivale. Questa è costruita molto rusticamente, nello stile militaresco. Ha una dimensione di 37 per 6,50 metri. Al suo interno nel muro nord si aprono quattro feritoie che servivano a dal luce al fabbricato. Nel muro di mezzogiorno invece si notano quelli che dovevano essere sette piccoli armadi, un altro più grande si trova presso la porta. Al suo interno è inoltre possibile ammirare, grazie ai recenti restauri, la pavimentazione originale interamente costruita con pietre di fiume. Sopra la stalla si trova il fienile.
Attraverso la seconda rampa si arriva all’ingresso vero e proprio del Castello. Per il miglior stato di conservazione si pensa che la seconda cinta muraria sia di un’epoca posteriore rispetto a quella più a valle, pur non essendo diverso lo stile architettonico. Ciò è dimostrato dallo stemma che si trova ai due lati della porta, formato da un castello con tre torri: è lo stemma dei Castellar. Ma sulla porta esiste un altro stemma: si tratterebbe dello stemma dei Del Campo, uno scudo con tre aquile.
Ci si ritrova così in un cortile delimitato a sinistra dalle mura di cinta e a destra dalla cappella. Un arco a sesto acuto divide l’atrio da un vestibolo attorniato di sedili. La piccola dimensione degli usci comunicanti dimostra che queste erano stanze di passaggio e di servizio. Nel cortile vi è un portone di stile gotico ed entrando da questo ci si ritrova in una grande sala: la sala dei Baroni, detta anche la sala del trono, venti metri di lunghezza per sette di larghezza. Si pensa che questa sala sia di un’epoca posteriore, essa è infatti di una costruzione diversa dalle altre. La maggiore differenza è nel tetto, che, mancando ogni vestigia di colonne e costoloni, dovette essere piano e a grandi travature.
Dalla stanza dei Baroni si accede in un piccolo corridoio e da qui nella saletta a pianta triangolare detta “delle tre donne”. Da questa si passa alla prima sala con volta a crociera detta “del camino” dove si può ammirare un grande camino incavato nel muro. Nello stesso muro, in alto, un’apertura a forma di feritoia comunica con una delle stanze di servizio. Da una seconda sala a volta a crociera (la camera da letto) si può accedere attraversando un passaggio alle due torrette semicircolari che sporgono a valle. La maestosa camera da letto è coperta da due volte a crociera, divise tra loro da un arco mediano a costole rilevate; e gli archi posano su sei mezze colonne.
Dall'atrio si scende, tramite una scala, nei sotterranei in parte scavati nella roccia dove si possono ammirare la sala d'armi e una serie di pozzi e prigioni in parte scavati nel vivo sasso, alcuni illuminati da poche feritoie altri interamente al buio. Il popolo, chiamando “camera oscura" uno di questi sotterranei, lo ritiene il luogo destinato ai più atroci delitti. Questi vani invece costituivano il comodo del castello, e servivano per abitazione di domestici ed uomini d’armi, per magazzini, per cantine e per altri usi di servizio.
Ritornando indietro, dall'atrio, si sale per una breve salita alla cappella che presenta una porta ben decorata e un tetto formato da due volte a crociera divise da un arco mediano. Questo fu l'ambiente più lungamente abitato del castello, come dimostra l'intonacato dell'abside di epoca barocca. Non si sa a quale santo fosse stata nei primi tempi dedicata questa chiesetta,dove più tardi fu venerata la Madonna delle Catene. Nella vetta della roccia si trova una costruzione rettangolare con mura spesse: il Maschio che i mussomelesi chiamano il mulino a vento.
L'architettura del castello di Mussomeli può considerarsi un chiaro esempio di arte gotica per i tipici elementi gotici che vi si possono notare ed apprezzare: archi ogivali, bifore. A prima vista si può subito ammirare la compattezza della sua struttura dovuta alla buona qualità della malta e della pietra ricavata dalla stessa roccia, l'uso abbondante di piedritti negli archi e nelle cantonate, requisiti grazie ai quali il castello ha potuto sopravvivere alle intemperie di ben sei secoli. Pregevoli sono le volte a botte e direttrice ogivale della scuderia e l'arco a sesto acuto che divide l'atrio scoperto da un vestibolo che immette nelle stanze. Artistico è il portale della sala dei Baroni, come artistici sono i capitelli decorati a fogliame dei vari pilastri; solenni e massicce le volte a crociera dei locali adibiti ad abitazione.
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Storia
Mussomeli fu fondata nella seconda metà del XIV secolo da Manfredi III Chiaramonte, il quale costruì anche un superbo castello su una rupe isolata a circa due chilometri dall'abitato.
Il castello, posto in una posizione strategica dalla quale domina il territorio circostante, si presenta nelle forme ridefinite all'inizio del XV secolo.
Interessanti dal punto di vista architettonico sono le opere murarie che ricalcano lo stile militare di quel periodo e che introducono una originale fusione della struttura nella roccia.
Ricca di decorazioni appare la facciata esterna del castello con il suo portale e le sue finestre dagli ornamenti gotici.
All'interno trovano collocazione la Cappella, dalle intense atmosfere mistiche, la Sala detta dei Baroni, con i portali dal pregevole stile chiaramontano, la Cammara di li tri Donni, dai toni delicati e dall'arredamento estremamente curato che rispecchia evidentemente il gusto femminile.
Interessanti sono anche le Sale dalle volte a crociera, la Sala dagli archi ogivali, i sotterranei nei quali, secondo le voci popolari, venivano custoditi meravigliosi tesori e dove accadevano misteriose vicende.
Bibliografia
Sorge Giuseppe, Mussomeli
Cocuzza Maria S. e Messina Pasquale, Mussomeli: il Castello Manfredonico Chiaramontano
Indirizzo: Contrada Castello
Facilities
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