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Descrizione
Il Castello di Naro, ubicato su un’aspra altura (417 metri s.l.m.) che domina la vallata del fiume Candigliano, si erge maestoso e isolato in posizione strategica, a controllo di un’importante via di comunicazione che in antico era il passaggio per la Massa Trabaria.
Il corpo centrale del Castello, che ricorda la carena di una nave si articola su tre livelli. Al piano terra si trovano due sale da pranzo con diversa ampiezza e con due ampi camini. Nella parte sotterranea della sala da pranzo più ampia si trova la vecchia cisterna dell’acqua. Questo vano è completamente incassato nella roccia e veniva alimentato dall’acqua piovana raccolta nel cortile interno del castello che, attraverso un sistema di canalizzazione, veniva immessa nella cisterna mediante due cavità, rappresentando un’insostituibile approvvigionamento di acqua per le esigenze dei suoi abitanti. Oggi è chiusa sotto uno spesso vetro attraverso il quale si può osservare molto bene tutto l’ambiente grazie all’illuminazione interna.
Sempre al primo piano c’è una cucina con forno a legna adiacente il cortile interno con rose antiche, spezie ed erbe aromatiche; soprastante al cortile c’è la vecchia torre con vista panoramica sulle colline. Salendo al secondo livello vi è un piccolo studiolo in legno e un ampio salotto che prosegue verso le tre camere matrimoniali (la stanza del Cielo, la Stanza Sant’Andrea e la Suite Imperiale); queste camere sono tutte e tre affrescate con dipinti di cui tre originali del 1600 ad opera della scuola di Federico Barocci. Il terzo livello è la mansarda con altre due spaziose camere e un salotto.
Nella parte accanto al corpo centrale del castello troviamo la zona archeologica con diversi giardini e chiatte in legno. Nella zona antistante alla zona archeologica si trovano altre tre camere da letto: La Prima, La Seconda e la Terza sentinella, tutte con vista meravigliosa sulle colline e accesso diretto all’esterno. Accanto alle camere, scendendo nei sotterranei, troviamo la cantina del castello, dove si trovava la vecchia neviera, ossia la ghiacciaia, una sorta di cella frigorifera utilizzata nel Medioevo dalle famiglie che abitavano il Castello di Naro.
Mentre si scendono le scale si possono ancora osservare sulla parete interna di destra le piccole scannellature prodotte dall’inserimento delle canne che la ricoprivano: un sistema di isolamento termico per la conservazione delle provviste alimentari. Nella zona esterna alla residenza si trova il Gioiello di Naro, una piccola chiesetta consacrata con una capienza di 20 persone. Un ambiente molto intimo e raccolto, l’arredo è stato sapientemente curato dal Conte e architetto Alessandro Rigi Luperti.
Dopo i recenti lavori di restauro (2008-2013) è stato realizzato un centro benessere ricavato nella roccia originaria del luogo. Il centro si articola su due ambienti esterni al corpo del Castello: un primo ambiente offre la sauna, il bagno turco e la sala relax; il secondo ambiente ospita l’intima piscina jacuzzi riscaldata con cascata e area relax.
Di fronte alla zona benessere c’è l’ampio giardino ‘Superiore’; un altro delizioso giardino è quello sulla terrazza del ‘Belvedere’ con un’affascinate vista dello sperone di roccia su cui è stato costruito il Castello. Questo lato della struttura è inoltre un punto di osservazione ideale per godere degli splendidi tramonti estivi e autunnali.
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Prezzi ed orari
Orari di apertura
Una volta al mese viena organizzata una visita guidata di gruppo con guide professionali per far vivere l’emozione di conoscere questo luogo attraverso la sua appassionante storia millenaria. Le date e le info (costi ed orari) relative alle visite sono pubblicate sulla pagina facebook (Castello di Naro) almeno due settimane prima.
E' obbligatoria la prenotazione scrivendo una mail ad info@castellodinaro.it oppure chiamando il 3316086401.
E' possibile organizzare una visita di gruppo al di fuori delle date stabilite per gruppi da 15 a 30 persone. Contattare il castello ai rifierimenti di cui sopra per organizzare la visita guidata personalizzata.
Come raggiungere
Dall'autostrada A14 (Adriatica) uscire a Fano e prendere la SS73bis in direzione SP3 verso Fossombrone. Giunti in prossimità di Acqualagna prendere la SP257 verso Abbadia di Naro e salire per il Castello di Naro.
Da Perugia prendere la SS318 in direzione Casacastalda, poi la SS219 in direzione Gubbio, e poi tramite SS3bis verso Acqualagna prendere la SP257 verso Abbadia di Naro e salire per il Castello di Naro.
Recensioni
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Storia
Naro è il “castello dei Siccardi”, una potente fortezza, simbolicamente innalzata a estrema difesa contro l’ingordigia del comune di Cagli e poi contro quella dei conti di Urbino, i Montefeltro. I Siccardi furono potenti feudatari, un’antica famiglia guelfa, citata nelle cronache già dall’XI secolo: addestrati all’esercizio delle armi, i suoi membri custodivano diverse fortificazioni tra Cagli e Piobbico e avevano dominio su ampie terre.
Nei primi anni del XIII secolo le mire espansionistiche del vicino libero comune di Cagli toccarono anche Naro: il castello per la sua posizione strategica poteva diventare un’importante fortezza di controllo del territorio comunale (oltre a garantire rendite fiscali al comune). Nelle estati degli anni 1217 e 1219 Filippo, Angelo e Rainaldo Siccardi sono costretti a sottomettere il castello di Naro ed altri loro castelli al comune di Cagli. Rainaldo chiese al comune, in cambio della fedeltà dei propri castelli, la carica di Podestà (per un anno) e diversi denari, più grano, vino, legna e una degna abitazione nel centro della città.
Ma il patto di convenienza tra i Siccardi e Cagli durò ben poco. Qualche anno più tardi Filippa Siccardi, feudataria del castello di Naro, riaprì, sua sponte, le ostilità contro il comune. Filippa non potè resistere che pochi anni contro la schiacciante forza di Cagli. Già nel 1227 Cagli poteva reintegrare nel proprio distretto i castelli di Bosso, Valveduta, Castiglione, Frontone e Naro. Ma Filippa aveva resistito fino all’ultimo assedio e restituì al comune di Cagli castelli piuttosto malconci. La resistenza era stata talmente forte che il comune di Cagli, nel timore di subire altre rappresaglie, la obbligò a non risarcire le proprie fortezze danneggiate.
Nel XIV secolo il castello non è più in mano ai Siccardi, ma è di proprietà della famiglia Mastini, una famiglia di guerrieri, la cui origine si fa risalire al 1162 quando l’Imperatore Federico di Svevia ebbe a conquistare Cagli. Nel 1388 signore del castello è Nolfo Mastini, cagliese di parte ghibellina, capitano delle milizie del Conte Antonio di Montefeltro, nonché marito di Calepretissa, sorella dello stesso Conte Antonio.
Non si hanno altre notizie sul castello di Naro e le sue vicissitudini fino alla seconda metà del XVI secolo, quando ormai il castello appartiene alla famiglia Berardi, altra nobile casata cagliese, che vanta tra i suoi antenati un cardinale, il Cardinale Berardo Berardi, nominato dal Papa Nicolò IV, e in mano alla famiglia Berardi rimarrà fino ai primi anni dell’800.
Il Castello di Abbadia di Naro è stato acquistato nel 2008 dalla Famiglia Stocchi che dopo un paziente e impegnativo restauro durato ben cinque anni lo ha aperto al pubblico nel 2013.
L’intervento, teso a ridare al luogo dignità simbolica e cancellare le tracce della distruzione perpetrata nei secoli, è stato curato nei minimi dettagli e ha riportato la struttura al suo antico splendore, mantenendone inalterato il fascino e fondendo insieme il rigore storico con elementi di innovazione. Tra il 2008 e il 2010 sono stati eseguiti gli scavi archeologici dall’insegnamento di Archeologia Medievale dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche. Gli scavi hanno riportato alla luce 28 ambienti (abitazioni, botteghe, magazzini, granai, stalle, forni, fienili, cisterne), che si distribuiscono in maniera concentrica attorno al nucleo centrale e sommitale del castello, ossia la residenza signorile. Di pianta generalmente rettangolare, questi ambienti erano formati in prevalenza da una sola stanza al piano terra ed erano tutti dotati di porte di accesso che si affacciavano direttamente sulla strada che le serviva. Composti da blocchi di pietra di piccole e grandi dimensioni e legati tra loro da calce, sono stati scavati direttamente nella roccia con copertura in coppi.
Tramite uno studio delle caratteristiche architettoniche e dei materiali rinvenuti infatti lo scavo ha permesso di inquadrare il primo periodo di vita del castello tra il tardo XII e il XIV secolo. Se i documenti storici ci hanno restituito un passato che è lo specchio delle azioni di personaggi importanti, di uomini d’arme e delle loro valorose gesta, l’archeologia è stata in grado di darci risposte sulla vita di tutti i giorni di contadini, artigiani, della gente comune insomma, che pure ha fatto la storia. Uno strumento eccezionale per leggere il passato che come una macchina del tempo ci riporta nell’età di mezzo.
Oggi il Castello di Naro è una location straordinaria per eventi e cerimonie oltre ad una dimora unica per soggiorni esclusivi.
Se sei interessato a questo spazio per il tuo ristorante/locanda/osteria inviaci una mail a info@icastelli.it