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Descrizione
Il castello, in contatto visivo con altri castelli della zona, quali quelli di Montalto Pavese, Rocca de’ Giorgi, Romagnese, Valverde, Trebecco e Pietragavina, è impostato su uno zoccolo scarpato e l’accesso è consentito, sul lato nord, da una pusterla preceduta da un ponte levatoio raggiungibile a sua volta tramite una scala esterna.
La pianta del castello è a poligono irregolare, per meglio adattarsi alla morfologia del terreno. La struttura muraria, il cui spessore raggiunge in alcuni punti i 4 metri, è costituita da blocchi squadrati di pietra locale di colore bruno intenso. Nell’angolo sud-orientale è collocata l’imponente torre maestra, che rappresenta l’elemento difensivo più importante di tutta la struttura.
Le facciate dell’intero complesso sono sobrie e imponenti e presentano alcuni particolari architettonici di pregio: una finestra settecentesca, una loggetta ad archi, la cornice del tetto e il portale dell’antico ingresso, impreziosito da un affresco rappresentante un drago avvinghiato ad un albero di mele sul quale è posata un’aquila pronta all’attacco. L’affresco è accompagnato dal motto “Praeda vigil vigilataque poma” ossia “La preda è vigile e i suoi frutti sono custoditi”, quasi a voler distogliere dall’attacco i possibili assalitori. Al centro del castello si apre una grande corte, i cui lastroni della pavimentazione sono di epoca settecentesca.
Il ricetto fortificato era sede di una delle principali scuole di guerra di tutta l'Europa, fondata da Jacopo Dal Verme in quello che poi sarebbe divenuto il cardine dello Stato Vermesco.
Il maniero è interamente visitabile in tutte le sue circa quaranta stanze, dalle prigioni sotterranee alla Sala delle Feste, dalla cucina alla Sala della Musica, fin sulla cima della torre panoramica. L'ultimo piano ospita anche il Museo d'arte contemporanea "Giuseppe e Titina dal Verme".
La rocca e il giardino possono essere sede di matrimoni, cerimonie, convegni, feste.
L'imponente rocca sovrasta il borgo antico abbarbicato sulla collina, che una volta era completamente priva di vegetazione per consentire ai difensori del maniero di avvistare ogni malintenzionato. Oggi invece il verde che attornia il castello è un'area protetta, un Parco Locale di Interesse Sovracomunale di circa 79 ettari, di grande rilevanza paesaggistica, geografica, orografica, oltre che storica e ambientale.
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Prezzi ed orari
Come raggiungere
In auto
Da Milano e Pavia
Autostrada A7 fino a Casei Gerola, quindi seguire per Voghera, poi SS461 Voghera-Varzi e SP207 per Zavattarello.
oppure
Da Milano SS412 direzione Passo Penice; da Pavia SS35 e poi SP203 Casteggio-Zavattarello.
Da Torino
Autostrada A21 fino a Voghera, poi SS461 Voghera-Varzi e SP207 per Zavattarello.
Da Genova
Autostrada A7 fino a Casei Gerola, quindi seguire per Voghera, poi SS461 Voghera-Varzi e SP207 per Zavattarello.
Da Alessandria
Autostrada A21 fino a Voghera, poi SS461 Voghera-Varzi e SP207 per Zavattarello.
Da Bologna
Autostrada A1 fino a Piacenza Ovest, quindi SS10 fino a Borgonovo Val Tidone, infine SS412 direzione Passo Penice.
Da Piacenza e Brescia
Autostrada A21 fino a Castel San Giovanni, quindi SS412 direzione Passo Penice.
In Treno
Stazione di Voghera (Pv) - poi pullman linea Arfea
Stazione di Broni (Pv) - poi pullman linea Arfea
Stazione di Stradella (Pv) - poi pullman linea Arfea
In Pullman
Da Milano, Pavia, Voghera, Broni o Stradella, linea Arfea
Recensioni
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Rosara
- 20/10/2017
Eventi fantastici!
Ulisse2000
- 13/04/2014
nero84
- 24/06/2011
Ghilla60
- 01/06/2010
Storia
Il castello di Zavattarello, arroccato su un possente sperone di roccia arenarica a guardia delle valli dei torrenti Morcione e Tidone, fu protagonista di numerose vicende storiche e di importanti fatti d’arme.
Esso fu innalzato, probabilmente per volere monastero di S. Colombano di Bobbio alla fine del X secolo. Il borgo, lungamente conteso tra Bobbio e Piacenza, passò nel 1169 sotto il controllo di quest’ultima.
Nel 1327 il feudo fu concesso dall’imperatore Lodovico il Bavaro al nobile di origini piacentine Manfredo Landi, responsabile della ricostruzione e dell’ampliamento del castello, conferendogli la struttura che è arrivata fino a noi.
Nel 1358 il castello fu sede di uno storico incontro promosso dal duca di Milano, Gian Galeazzo Visconti, tra le famiglie Landi e Beccaria, che sfociò nella Lega di Voghera contro Pavia, colpevole, tra le altre cose, di aver aiutato Giovanni di Monferrato a sottrarre ai Visconti alcuni possedimenti piemontesi, fra cui Asti.
Nel 1390 feudo e castello divennero proprietà a una potente famiglia di condottieri, i Dal Verme, che mantennero la proprietà quasi ininterrottamente fino al 1975, anno in cui la stessa famiglia lo cedette al Comune di Zavattarello.
Durante la guerra di Successione Austriaca, nel 1747, il castello fu seriamente danneggiato da un forte incendio appiccato dai soldati francesi e solo nel 1895 venne restaurato dal conte Carlo Dal Verme. Ma le vicissitudini del castello non erano terminate: nel 1944, infatti, esso fu nuovamente danneggiato e saccheggiato dalle truppe tedesche.
Dal 1987 il Castello è stato oggetto di una estesa opera di recupero da parte dell’amministrazione comunale, terminata negli ultimi anni: oggi il complesso è interamente visitabile e, dal 2003, ospita anche un Museo d'arte contemporanea.
Bibliografia
Carlo Romagnese ed Elena Anelli, Il castello di Zavattarello, Copiano (Pv), Comune di Zavattarello, 2000
Carlo Alberto Facchino, Antonio Trazi ed Enrico Baldazzi, Zavattarello, pagine di storia e di vita, Pavia, Associazione Amici di Zavattarello - Pro Loco Editore, 1972
Guido Zanaboni, Trenta castelli pavesi, Pavia, Ed. Errepiesse, 1987
Mario Allodi e Rita Sicchi, Il parco del castello, Milano, Regione Lombardia Settore Qualità dell\'Ambiente, 2002
F. Conti, V.Hybsch, A.Vincenti, I castelli della Lombardia, Province di Milano e Pavia, Regione Lombardia, De Agostini, Novara, 1990;
C. Montella, Grandi capitani di ventura, Mondadori, Milano, 1973;
C. Perogalli, Castelli della Lombardia, Tamburini, Milano, 1969;
C. Rendina, I Capitani di ventura, New Compton, Roma, 1985.
Mario Merlo, Rocche e castelli della provincia di Pavia
Andrea Corna, Castelli e rocche del Piacentino
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