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Descrizione
Il Castello Visconteo di Monza si erge su un poggio naturale che si eleva sulle sponde del fiume Lambro, in posizione dominante sulla stradina che collegava Milano a Monza. A causa della biforcazione della strada in prossimità del colle che, da un lato, si univa alla cosiddetta Torre di Cesare ed entrava in città, mentre dall’altro garantiva, come lungofiume, l’accesso ai numerosi mulini sulle sponde del Lambro, fu edificata la rocchetta in ridotte dimensioni per non invadere i due segmenti stradali (in verità all’epoca tortuose stradine battute).
Il corpo principale dell’edificio, oltre che il più antico, era dunque la Torre dei Forni, alta struttura difensiva volta a rafforzare le difese cittadine ma anche e soprattutto a fornire a Galeazzo I Visconti una valida struttura nella quale asserragliarsi ed amministrare la sua giustizia. Il nome deriva, infatti, dalle prigioni che vennero costruite al di sotto della torre: sale sotterranee coperte con volte a botte, alle quali si poteva accedere solo tramite un’apertura sul tetto. I prigionieri lì rinchiusi erano destinati dunque a non poterne uscire. La Torre dei Forni probabilmente raggiunse l’altezza di 42 m. Il castello, a pianta trapezoidale, venne in seguito ingrandito per iniziativa di Galeazzo II Visconti e fu attorniato da un grosso fossato difensivo.
Del castello non sopravvive che qualche misero avanzo di fondamenta, inglobato nei muri dei sotterranei del Palazzo Frette, edificato in luogo dell’antico maniero distrutto interamente nel 1807 durante i moti della Rivoluzione Francese in quanto simbolo del potere dispotico dell’aristocrazia.
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Storia
Il primo nucleo della costruzione fu edificato nel 1325, a seguito della conquista della città di Monza. Dopo due anni, nel 1327, lo stesso Galeazzo fu imprigionato nelle prigioni della Torre dei Forni dopo essere stato destituito dall’imperatore Ludovico IV il Bavaro. Anche i partecipanti della congiura contro Azzone Visconti vi furono rinchiusi nel 1333. Il forte fu ampliato poi da Galeazzo II Visconti e vide altri illustri prigionieri, come Caterina Visconti duchessa di Milano, che vi morì nel 1404.
Il castello subisce molti assedi dal Cinquecento in poi; esemplare è quello condotto da Francesco Bussone detto il Carmagnola nel 1412, durante il quale il forte fu difeso da Estorre Visconti. Nel 1527 il popolo di Monza pose una mina sotto la torre, simbolo delle orride prigioni, luogo di dolore e sofferenze, provocando il parziale crollo della struttura. Nel 1590 Giuseppe Molteno testimonia al magistrato camerale che non vi fossero più, in territorio di Monza, strutture castrensi inerenti il forte, eccezion fatta per la Torre Mastra e qualche brano di muraglia. Alcune incisioni settecentesche ritraggono il forte in degrado, ricoperto di vegetazione, fino alla sua totale distruzione nel 1807 durante la Rivoluzione Francese.
Indirizzo: Centro Cittadino
Facilities
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