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Descrizione
La grande struttura quadrilatera del castello risente fortemente del restauro, in stile neogotico, operato nel 1874 da Ercole Balossi Merlo per volontà del Gazzaniga; il restauro unì istanze filologiche (congiuntamente alla riscoperta dell'affresco absidale della chiesa di Santa Maria dell'Albero, nel quale era illustrata la struttura del castello nel Cinquecento), e dunque la volontà di ricreare una precisa ricostruzione del monumento nella sua più documentata evidenza storica, con alcune libertà artistiche di stampo neogotico-neoromanico, che hanno concorso a rendere la struttura una inconsueta, seppur affascinante, mescolanza di stili. Il castello è attualmente sede di un lussuoso hotel.
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Prezzi ed orari
Come raggiungere
Dall'autostrada A9 prendere l'uscita Lomazzo ed immettersi su SP23; svoltare su SP30 e, alla rotonda, continuare su SP32 per 5 km; svoltare alla rotonda su SP35 e proseguire su 1 km fino a SP34; percorrerla per 2 km. Prendere a destra Via per Asnago fino ad arrivare in città.
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Storia
Le prime notizie di un insediamento difensivo nella attuale posizione di Carimate si ha nell'anno 1149 (il castello fu distrutto nella guerra tra Milano e Como).
La costruzione del castello alla base di quello attualmente esistente risale al 1345 (fatto costruire da Luchino Visconti) quando il feudo passa sotto il dominio dei Visconti, signori di Milano. L'edificio è da questi usato come postazione di villeggiatura e di caccia, ma è anche situato in posizione strategica in prossimità della strada che da Milano va a Como e quindi in Svizzera.
Il castello fa parte di una rete difensiva a nord di Milano. Si sviluppa un piccolo borgo di personale legato al castello, case di agricoltori, scuderie. Una quarantina d’anni più tardi, il castello apparteneva a Caterina Visconti, figlia di Bernabò Visconti, donatole da Galeazzo Visconti, signore di Milano dal 1386. Di suo Caterina Visconti fece scavare il fossato perimetrale e costruì il ponte levatoio. Dopo la morte di Galeazzo Visconti (1402) il castello passò a Filippo Maria Visconti, duca di Milano. Il castello e i beni di Carimate furono concessi in feudo il 20 maggio 1434 a Giorgio Scaramuzza Visconti già Alicardi, condottiero del duca.
Il nuovo investito di tali beni era figlio di Domenico Aicardi di S. Giorgio di Lomellina, nel pavese. La storia racconta che, avendo l’Aicardi Domenico scoperta una congiura di nobili milanesi contro la vita di Filippo Maria, diventò tanto caro al duca da essere insignito del cognome e dell’insegna di Visconti. Nel novembre dell’anno 1493 gli ambasciatori di Massimiliano I d’Asburgo, vennero in Italia con l’incarico di sposare per procura, a nome del loro sovrano e poi condurre in Germania, Bianca Maria Sforza, figlia di Galeazzo Maria.
Dopo i festeggiamenti per il matrimonio, una numerosa comitiva di personalità accompagnò Bianca Maria nel viaggio, tra questi: il duca Giovanni Galeazzo e suo fratello Ludovico il Moro con Batrice d’Este, Guido Arciboldi, arcivescovo di Milano, il giureconsulto Giasone del Maino, gli ambasciatori Baldassare Pusterla, Erasmo Brasca e altri. Giunta a Meda, la sposa con il seguito, vi fu la necessità di alloggiare tutte queste personalità. La comitiva, ovviamente si divise ed a Carimate prese stanza Ludovico il Moro con altri membri della famiglia ducale. Nel 1496 in viaggio per Pisa, passò da Carimate lo stesso imperatore Massimiliano I.
Tanto gli piacque il luogo che vi soggiornò per ben sette giorni, riposando e cacciando cervi nei boschi circostanti.
Qualche anno più tardi, questa dimora divenne l’ultimo rifugio di Ludovico il Moro, che ormai sconfitto in patria, voleva riparare in Germania con la famiglia ed i tesori. I figli alloggiarono a Carimate, da dove proseguirono poi per il centro Europa. Tornando ai proprietari del castello, un ramo della famiglia Aicardi Visconti, si estinse il 26 settembre 1626 con la morte dell’ultimo rappresentante Annibale Visconti, che venne sepolto nell’adiacente chiesa di S. Maria dell’Albero.
Il castello e i suoi beni passarono a suo cugino Ottavio Visconti conte di Riozzo, i cui discendenti lo tennero sino al 27 luglio 1795, anno della morte di Ludovico Visconti senza eredi legittimi. Tutti i beni e il castello furono così avocati al pubblico demanio passando alla realcamera. In età napoleonica il paese di Figino Serenza passò sotto giurisdizione carimatese fino al 1815.
Il 19 frinale anno V della Repubblica Francese, 9 dicembre 1796, furono acquistati da Cristoforo Arnaboldi, cittadino comasco, che fece del castello la sua residenza. Durante il Risorgimento Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi, dall’alto della torre, seguirono alcune manovre delle truppe implicate nel conflitto della Terza Guerra d’Indipendenza. Nel 1874 la proprietà passa nelle mani della famiglia Arnaboldi-Gazzaniga. Questa riunì il castello e le diverse proprietà circostanti che si erano nel tempo frazionate.
Il castello fu sottoposto a radicali restauri che gli diede l'attuale aspetto romantico con le torri merlate. Nel 1918 il conte Bernardo Arnaboldi Cazzaniga, muore e lascia il castello alla figlia Bice Arnaboldi coniugata con il conte Paolo Airoldi di Robbiate. Nel 1928 vengono staccate da Carimate la frazione di Noverate e parte del territorio appartenente al paese di Cantù Asnago.
Nel 1956 la Società Generale Immobiliare di Roma acquista in blocco la proprietà dei conti Arnaboldi, costituita non solo dal castello ma dal parco, le scuderie, da cui una sapiente opera di ristrutturazione ricaverà l’attuale salone centro commerciale e civico del Torchio, parte degli edifici del vecchio borgo di Carimate e tutti i terreni agricoli. Dal 1990 il castello è un suggestivo hotel.
Bibliografia
I castelli della Lombardia. Conti F./ Hybsch V./ Vincenti A., Novara 1990.
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