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Descrizione
La rocca di Itri sorge sulla cima del colle sant'Angelo, propaggine meridionale dei monti Aurunci, lungo il percorso dell'antica Regina Viarum.
Il primo impianto venne realizzato attorno al secolo IX per volere di Docibile I, duca di Gaeta ed era composto da una sola torre poligonale e da una cinta muraria dotata di torrioni. Molto probabilmente la costruzione venne realizzata come fortificazione a difesa della via Appia, che costeggia tuttora la base del colle di sant'Angelo e come valida struttura fortificata a difesa dalle invasioni dei popoli arabi. Nella metà del X secolo la struttura originaria, importante avamposto verso l'entroterra del Ducato di Gaeta, venne ampliata per volere di Marino I (nipote di Docibile I) con la realizzazione di una seconda torre quadrata che superava per altezza ed ampiezza quella poligonale già esistente.
Dopo che il feudo di Itri passò nelle mani dei Caetani, verso la metà del XIII secolo, il castello venne ampliato con la costruzione di una zona abitativa a due piani creata collegando la torre poligonale a quella quadrata, di una terza torre, di un cammino di ronda e di una piazza d'armi. Il terzo ed ultimo torrione, di forma cilindrica e collegato dal camminamento di ronda al corpo residenziale ed è noto come "torre del coccodrillo", in quanto secondo una leggenda non confermata da documenti, il fondo di questa torre fosse pieno d'acqua e contenesse un feroce alligatore, al quale venivano buttati in pasto i prigionieri che subivano una condanna a morte.
Verso il XVI secolo il feudo di Itri passò dalla famiglia Caetani a quella dei conti dell'Aquila di Fondi. La zona della contea, come molte altre lungo le coste laziali, fu teatro delle incursioni dei pirati arabi; proprio per sfuggire ad un probabile rapimento da parte del pirata maghrebino Kedir El Din (Il Barbarossa) nella rocca di Itri trovò rifugio Giulia Gonzaga. Contessa feudataria di Fondi e vedova di Vespasiano, Giulia Gonzaga oltre che ad essere una donna affascinante era una delle più illustri donne rinascimentali, celebre per gli artisti ed i letterati che facevano parte della sua corte.
Nei secoli XVII e XVIII i territori della contea di Fondi divennero parte del Regno dei Borbone (provincia di Terra di Lavoro) e per la sua posizione, Itri venne a trovarsi nella zona di confine con lo Stato Pontificio, tristemente famosa con l'appellativo di "terra di nessuno" afflitta dal fenomeno del Brigantaggio. La rocca di Itri in quei secoli andava perdendo la sua importanza difensiva e venne progressivamente abbandonata; il brigante Marco Sciarra che da tempo era a capo di un gran numero di briganti sparsi lungo tutto il confine, ne approfittò prendendone il possesso. Il castello divenne così il suo quartier generale dal quale poteva dominare buona parte della via Appia percorsa frequentemente dai malcapitati viaggiatori che venivano taglieggiati da Sciarra e dai suoi briganti. Secondo una leggenda anche la figura di Michele Pezza, celebre brigante nato ad Itri nel 1771 e conosciuto come Fra' Diavolo, ebbe a che fare con la rocca di Itri; si dice che contro le truppe francesi del generale Jean Etienne Championnet ,adoperò alcuni cunicoli sotterranei del castello per fuggire fuori città e beffarsi svariate volte sia del generale che dell' esercito francese.
In tempi più recenti, durante l'ultima Guerra Mondiale, la rocca di Itri veniva a trovarsi nuovamente al centro una zona strategica dove si tenevano aspri combattimenti: la Linea Gustav. Danneggiato assieme alla città dai pesanti bombardamenti americani, il castello riportò ingenti danni ai tetti del corpo residenziale, venne sventrata una parte della torre poligonale e andò persa buona parte della cinta merlata che ricopriva le varie strutture.
Dopo anni di abbandono la struttura venne acquistata nel 1979 dalla Provincia Di Latina per essere successivamente donata al comune di Itri e restaurato. L'inaugurazione della prima parte restaurata è avvenuta nel 2003, tuttavia solo nel 2007 è stata aperta l'intera struttura. Il Castello di Itri è oggi visitabile a pagamento e ospita mostre, mercatini d'artigianato locale, convegni e svariate cerimonie.
Si entra nel castello passando per la piazza d'armi, contornata da un muro di cinta e piccole torri. Salita una scala si arriva in una reception dove si paga il biglietto (5 Euro) e una gentile guida comincia ad illustrare la storia del castello. La visita comincia dalle sale alla sinistra (corrispondenti al primo piano della zona residenziale) tre ampi ed austeri saloni; dalla seconda si può scendere al piano inferiore, costituito da altrettanti ambienti molto probabilmente destinati in passato ad uso domestico, come si suppone dai resti di un forno e di una vasca utilizzata per conservare il cibo; inoltre si può anche osservare l'antica cisterna dove erano raccolte le acque piovane. Nel secondo piano si vedono i resti di un camino e quelli di un affresco che raffigura Sant'Antonio abate e una Madonna con il Bambino nel punto dove si trovavava la cappella privata dei Caetani. Salendo l'ultima scala è possibile uscire ed accedere all'ampio terrazzo panoramico, dal quale si domina il percorso della via Appia nei pressi della città e lo sguardo spazia dai monti Aurunci verso Nord fino a vedere Gaeta e il mare verso Sud. Dopo aver ammirato l'affascinante panorama si percorre il caratteristico camminamento di ronda che collega il corpo residenziale per andare verso il leggendario torrione circolare; tramite un'ampia scala a chiocciola è possibile scendere fino in basso, sulle tracce dell'alligatore che anticamente abitava nel torrione del coccodrillo e su quelle dei fantasmi che si dice camminino lungo il camminamento nelle notti di tempesta.
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Prezzi ed orari
Come raggiungere
IN AUTO:
Da Roma o Napoli: Uscita Autostrada A1 Pontecorvo-Castrocielo; SP628/Via La Cupa fino a Pico e poi SS82/Via Farnese.
Da Latina: SS7/Via Appia passando per Terracina, Monte San Biagio e Fondi.
IN TRENO:
Linea Ferroviaria Roma-Napoli (via Formia), stazione di Itri; questa si trova lungo la SS7/Via Appia in direzione di Formia a 3Km circa dal centro della città facilmente raggiungibile in autobus.
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Storia
Bibliografia
- F.M. Apollonj Ghetti, "Itri: monumenti, ricordi, fantasmi", estratto da "Lazio ieri e oggi" n°6, Roma, tipografia centenari 1973;
- M. Colaguori, "Itri: storia e leggenda", 1977;
- A. Saccoccio, "Itri, guida storico-turistica",Gaeta (LT), 1977;
- Pro Loco Itri, depliant "Itri, il castello tra leggenda e realtà";
- Sito internet del comune di Itri, http www.itri.it, sezione la storia, il castello.
Se sei interessato a questo spazio per il tuo ristorante/locanda/osteria inviaci una mail a info@icastelli.it