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Storia
Pare che già nel 565 esistesse in questo luogo un maniero detto “dalle due torri”, costruito con i ruderi di Aquileia distrutta da Attila e che il nome del luogo abbia tratto origine da Rambaldo di Strassau, comandante del generale romano Flavio Ezio, che combatté contro Attila nel 451.
L’esatta data di costruzione del castello è controversa, ma qualunque sia l’ipotesi più attendibile sulle sue origini, è certo che fu costruito prima della costituzione dello Stato Patriarcale ad opera di una famiglia di origine franca o longobarda, appartenente alla “Feudalità Libera”, insediatasi in Friuli prima del 1077.
Al complesso castellano si accede, come un tempo, attraverso l’antica “Porta Cistigna” e, percorrendo il “borgo vecchio” si arriva al palazzo principale, addossato ad un’antica torre ottoniana e circondato da edifici un tempo ad uso agricolo ed amministrativo.
Il palazzo principale è collegato con un singolare cavalcavia alla chiesa gentilizia di San Nicolò, concessa in uso al paese alla metà del XVIII Secolo e diventata di proprietà della curia all’inizio del XX Secolo. Pochi passi più avanti si possono ammirare i romantici resti di una pileria del riso, superata la quale si entra nell’area del Castello di Sotto. Gli antichi muri del maniero sono intrisi di secoli di leggende e storia.
Una lapide del borgo ricorda la visita dell’imperatore Federico IV nel 1489, mentre nel 1593 i provveditori veneti vi si riunirono per firmare l’atto per la costruzione della vicina Fortezza di Palmanova.
In tempi più recenti fu la residenza di Michele Strassoldo, vicerè del Lombardo Veneto e della Stiria, la cui sorella, Francesca Romana Strassoldo, sposò il Feldmaresciallo Radetzky nella chiesa del castello. Il maniero fu meta prediletta di molti esponenti della Corte Imperiale Austriaca, tra i quali anche il Consigliere e Ministro di Guerra d’Imperatore Francesco Giuseppe, il feldmaresciallo Kuhn von Kuhnenfeld, bisnonno dell’attuale proprietaria, che fu spesso ospite della figlia Rosa, moglie di Giulio Cesare Strassoldo e che, quando andò in pensione, alla fine del XIX Secolo, acquistò ed ingrandì una villa del paese, abbellendone il parco.
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