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Descrizione
Il Castello di Scipione si innalza sulle colline che dominano il parco naturale dello Stirone, a pochi minuti da Salsomaggiore, in un piccolo e suggestivo borgo di origine medioevale. La leggenda vuole che debba il suo nome ad una preesistente villa romana costruita dalla famiglia del distruttore di Cartagine.
Nel Medioevo il castello ebbe una grande importanza per via della sua posizione strategica a difesa dei numerosi pozzi di sale che controllava e di cui i Marchesi Pallavicino erano i maggiori produttori e i più potenti arbitri del mercato, promuovendo lo sviluppo delle fabbriche e scavando nuovi pozzi intorno a Salsomaggiore. Il sale, elemento indispensabile per la conservazione del cibo, è stato per millenni una delle merci più ricercate e preziose. Le stesse acque salsoiodiche dalle quali un tempo si estraeva il sale sono oggi apprezzate per il loro elevato potere curativo e hanno dato origine al termalismo di Salsomaggiore.
All’interno del Castello sono rimasti conservati i soffitti a cassettoni, gli affreschi e le decorazioni originali. L’ampia terrazza con l’elegante loggiato del Seicento, il grande giardino e i saloni interni fanno del Castello di Scipione la cornice ideale per ogni evento.
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Storia
Nel 1267, al tempo delle lotte tra guelfi e ghibellini, il castello subì diversi attacchi dai piacentini e successivamente, negli anni 1403 e 1407, dalle famiglie guelfe Rossi, Da Correggio e Terzi.
Nel 1447 i fratelli Lodovico e Giovanni Pallavicino lo ricostruirono adottando le più moderne tecniche difensive dell’epoca. Il nuovo torrione, dalla forma cilindrica e le mura a scarpatura abbassate e rinforzate, erano meno vulnerabili agli attacchi delle nuove armi da fuoco. Allo stesso periodo risalgono anche le anguste prigioni rimaste intatte fino ad oggi. Altri grandi interventi sono stati attuati a metà del Seicento con l’elegante loggiato e il grande portale d’accesso al cortile d’onore.
Il Castello di Scipione rimase quasi sempre in mano alla famiglia Pallavicino tranne che per un breve periodo dopo la prima guerra mondiale quando fu donato dalla Marchesa Clelia Pallavicino all’ Opera Nazionale Orfani di Guerra. Successivamente il Castello fu acquistato dal diplomatico danese Christian Frederik Per dei Conti von Holstein per portarlo in dono alla moglie, Marchesa Maria Luisa Pallavicino, e farne la loro residenza. Il Castello ritornò così al ramo primogenito della sua famiglia fondatrice che annovera tra i suoi antenati diretti importanti personaggi come Adalberto, grande condottiero, del quale ne cantano le lodi Ludovico Ariosto nell’”Orlando Furioso” e Torquato Tasso nella “Gerusalemme Liberata”, Uberto detto “Il Grande”, Vicario Imperiale della Lombardia e Signore di Milano, e Rolando detto “Il Magnifico”, uomo del Rinascimento, autore delle “Statuta Pallavicinia”, testo legislativo che rimarrà in vigore fino all’Ottocento e con il quale seppe riorganizzare in modo moderno il proprio Stato.
Araldica
I Marchesi Pallavicino, di legge longobarda, hanno origine antichissima e sono tra le pochissime casate in Europa ad avere più di mille anni di storia documentata.
In origine formavano con i Marchesi Malaspina, i Marchesi di Massa e i Marchesi d’Este - da cui discendono i Duchi di Ferrara e di Modena e gli odierni Principi di Hannover - un’unica famiglia detta “Obertenga”, dal nome del loro comune capostipite Oberto (945-975), Marchese e Conte del Sacro Palazzo. In un secondo tempo i vari ceppi si resero autonomi e i Marchesi Pallavicino fondarono il proprio Stato, feudo immediato del Sacro Romano Impero, su un vasto territorio compreso tra il fiume Po e l’Appennino e la cui capitale era Busseto. Nel 1479, Gianfrancesco Pallavicino, figlio di Rolando “Il Magnifico” fondò una nuova capitale chiamata Cortemaggiore, città ideale, perfetto esempio di urbanistica rinascimentale. Nel 1636 i Marchesati di Cortemaggiore e Busseto vennero assorbiti dal Ducato di Parma e Piacenza ad opera dei Farnese mentre il Marchesato di Zibello sopravvisse fino all’epoca napoleonica.
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