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Descrizione
Il Castello di Felino sorge tra le valli del Parma e del Baganza, a guardia del territorio che dagli Appennini dolcemente scende verso la pianura. Il maniero reca traccia visibile delle diverse signorie che vi abitarono. Della costruzione originaria resta infatti il solo torrione ad ovest, mentre il resto fu ampliato e modificato successivamente, fino al 1483, anno in cui finì la potente dinastia dei Rossi, fautori del massimo splendore del Castello di Felino.
Dopo questa data il castello subì modifiche soprattutto all’arredamento interno, contestualmente al passaggio da fortezza difensiva a dimora nobiliare e di rappresentanza.
La struttura architettonica esterna invece mantenne le caratteristiche tipiche delle fortezze trecentesche del territorio parmense: pianta quadrangolare con quattro torrioni angolari che sovrastano le mura. Il torrione di guardia è caratterizzato da un doppio ordine di feritoie e da profondi solchi nella parte centrale, ai quali un tempo si agganciava il ponte levatoio. La torre più massiccia è il mastio, a nord ovest, che era anche il rifugio dei signori in caso di attacchi.
Il cortile d’onore è quadrangolare con un pozzo centrale, mentre sulla facciata a nord si notano tracce di una doppia serie di archi, forse resti di un’antica loggia. Inoltre nella seconda metà del XV secolo vengono aggiunti una cappella ed un oratorio dedicato a san Pietro. Alla fine del '700 la proprietà passa per quasi due secoli, ai Vescovi di Parma che lo vendettero poi a famiglie private che lo lasciarono in una situazione di abbandono e degrado.
Questo fino al 1974, quando il Castello di Felino fu acquistato dall’attuale proprietario, che lo ha completamente ristrutturato, riportandolo agli antichi splendori. L’opera di profondo e sistematico restauro è durata ben 30 anni, ed ha portato il castello ad un perfetto stato conservativo. Tra le opere d’arte che ancora arredano gli interni, è da ammirare un affresco votivo risalente al ‘400 che ritrae la Madonna col Bambino, nota come la “Vergine del pettirosso” e una preziosa campana del 1652 forgiata per Ranuccio II Farnese, Duca di Parma e Piacenza.
Sono inoltre visitabili le antiche cucine e dispense che conservano l’originale camino ed il forno, oggi sede del Museo del Salame di Felino, nato per far conoscere ed apprezzare la storia e l’essenza di quello che è stato definito il “principe dei salami”. Inaugurato e aperto al pubblico il 28 ottobre 2004, Il Museo è organizzato in cinque sezioni, ed il percorso di visita inizia proprio con le testimonianze storiche del rapporto tra Felino ed il suo prodotto-simbolo, senza tralasciare la storia del famoso maiale nero parmigiano.
Il castello di Felino è oggi sede prestigiosa per banchetti, mostre e convegni.
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Prezzi ed orari
Come raggiungere
Da Parma statale della Cisa fino al bivio per Sala Baganza, oltrepassato il paese si attraversa il torrente Baganza e si giunge a Felino. Seguire le indicazioni per il castello.
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Storia
Costruito nel 890 dal Nobile Marchese Luppone venne ampliato e fortificato raggiungendo il massimo splendore alla fine del XIV secolo con Pier Maria dei Rossi, famiglia così potente da poter combattere con un Imperatore o trattare con un Papa.
Furono signori di Felino per 133 anni, contesi ed imparentati con le più importanti famiglie dell'epoca, quali i Gonzaga, i Pallavicino, i Visconti. Arrivarono a possedere oltre 40 tra rocche e fortezze ed il loro stemma era un leone rampante, segno di forza e di coraggio. Nel 1483 venne conquistato con l'inganno da Ludovico il Moro che ne fece spianare fino alle fondamenta tutte le fortificazioni e le cinta del castello. Il castello oggi conserva integro lo schema quattrocentesco di pesante e robusta costruzione con mura a picco e larghi parapetti bastionati che uniscono i torrioni.
In quegli anni fu aggiunta una cappella ed un oratorio a San Pietro, tuttora esistente e affrescato con gli stemmi di vari casati che si succedettero; furono anche costruite, nel piano sotterraneo, le prigioni.
In quegli anni fu spesso ospite del Castello il grande Giovanni Medici conosciuto come "Giovanni dalle Bande Nere". Nel 1502 venne venduto ai Pallavicino per 15.000 ducati d'oro. Poi vennero gli Sforza che dominarono sul Castello dal 1540 al 1600. Si succedettero varie famiglie nobili quali i Farnese, i Lampugnani, il Marchese du Tillot, fino ad arrivare ai Vescovi di Parma che lo tennero dal 1775 al 1935.
All'inizio del secolo venne descritto dall'ultimo Vescovo che vi soggiornò "ridotto ad un mucchio di rovine, albergo di pipistrelli, di gufi e di topi." Nel 1974 il Castello venne acquistato dagli attuali proprietari. Oggi, dopo oltre un ventennio di accurati restauri, si può ammirare in tutto il suo splendore. Suggestiva e potente è la sua illuminazione notturna al punto da essere visibile a chilometri di distanza.
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