Il Castello è chiuso per calamità
Descrizione
Situato lungo l’antico corso del Naviglio (successivamente Panaro della Lunga, e oggi Via Trento e Trieste), il Castello delle Rocche (noto anche come Rocca Estense) mantiene pressoché intatto il suo impianto quattrocentesco, che ne fa uno dei più cospicui castelli dell’Emilia Romagna e un gioiello dell’architettura militare del XV secolo. Tuttavia, alcune sue parti risalgono ad un’epoca più antica, al XIII secolo.
In quel tempo il Comune di Modena costruì la Torre del Popolo Modenese, oggi Torre dell’Orologio, e innalzò il mastio del castello, allora adibito a porta della cerchia difensiva del borgo, come tutt’oggi conferma il voltone di passaggio ritrovato alla sua base. Queste prime realizzazioni sono chiaramente visibili dalla planimetria in allegato. Un primo nucleo fortificato, che poi andò a inglobare il mastio eliminandone la primitiva funzione di torre d’accesso, fu innalzato nei primi anni del Trecento, ma di esso non rimangono che pochi resti venuti alla luce nel corso di recenti scavi.
La struttura del castello, così come la conosciamo oggi, vide la luce nel XV secolo. La frammentazione del periodo di realizzazione della rocca spiega l’irregolarità dell’impianto planimetrico e la collocazione anomala del mastio rispetto alle altre torri, tutte in posizione angolare. Intorno al 1430, infine, il disadorno fortilizio che sorse in origine subì la trasformazione in sontuosa residenza signorile. Fu allora che vennero allestiti gli appartamenti ducali, aggiunti i loggiati che si affacciano sul cortile e ingentilita la parte alta delle torri e dei corpi di collegamento con graziosi sporti e variopinti decori. Ai merli ghibellini già esistenti venne conferita una forma sinuosa ed elegante, tale che le punte di un merlo si congiungono con quelle del successivo formando un motivo di gradevole effetto decorativo che ben si coniuga con i sottostanti archetti trilobati.
Degno di menzione è il magnifico loggiato che delimita la corte,dalle eleganti archeggiature e il gusto raffinato dei particolari decorativi in cotto e marmo. Gli interni del castello conservano preziosi resti di ornamentazione pittorica quattrocentesca, caratterizzata dal ripetersi, su fondo bianco, di elementi come stemmi, animali simbolici e imprese araldiche, attorno ai quali si dispongono tralci vegetali e cartigli svolazzanti che recano scritte in caratteri gotici.
Nei sotterranei del castello vengono allestite mostre e organizzate conferenze e feste, mentre le sale del primo e secondo piano, grazie all'impegno di Berto Ferraresi e di tutto il gruppo culturale R6j6, ospitano il museo civico.
Ad aprile 2011 è torntata a splendere la facciata sud del castello, dopo un investimento di 650mila euro. Il progetto di risistemazione è durato 5 anni (iniziato nel 2006, con una accantieramento nel 2008) ed ha visto il decisivo contributo dei privati nell'intera azione di ristrutturazione della facciata sud (corpo centrale e torri laterali). Dell'importo totale, infatti, 450mila arrivati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola ed il resto dalla Regione.
Negli ultimi anni la Rocca Estense di Finale Emilia è tornata ad essere il polo culturale per eccellenza della città. Proprio l'R6j6, insieme a Lions e Banca San Geminiano, ha inoltre creato una copia dell'aquila, antico simbolo estense di Finale, che presto sarà ricollocata a guardia del Castello.
Ci auspichiamo che si prosegua nel restauro della fortezza, partendo proprio dalla sala nobile, ambiente ricco di suggestivi affreschi che devono essere recuperati e valorizzati a dovere.
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Prezzi ed orari
Come raggiungere
Dall'autostrada A1 (Milano-Napoli) uscire a Modena Nord e prendere le indicazioni per Bologna, immettendosi sulla circonvallazione di Modena. Dopo circa 4 o 5 chilometri seguire le indicazioni per Nonantola, poi per Bomporto, Camposanto e Finale Emilia.
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Storia
L’origine del castello risale al 1213, quando furono innalzate la "Torre del Popolo Modenese" e altre strutture difensive contro la famiglia guelfa degli Estensi a opera dei ghibellini modenesi. Dopo più di un secolo il castello passò agli Estensi e nel 1402 Nicolò III d'Este, allora signore del territorio modenese, cinse l’abitato di nuove mura e incaricò Bartolino da Novara, autore dei castelli di Ferrara, Mantova e San Felice, di restaurarlo, trasformando la disadorna roccaforte militare nel "Castello delle Rocche", una raffinata residenza signorile, con appartamenti ducali e variopinte decorazioni.
L’opera di Bartolino fu completata fra il 1425 e il 1430 da Giovanni da Siena che, sempre per ordine di Nicolò III, ristrutturò l’edificio con quattro torrioni ai lati e uno centrale. Alla fine del quattrocento, vari lavori vennero progettati per difendere il castello dalle acque piovane e dal fiume; nel 1490 il capitano della Rocca scrisse al Duca, sollecitando lavori di restauro: "La rocha sta malissimo, quasi tuta strapiove cum grande danno et pericolo de dicta Rocha".
Intorno al 1533 il castello subì probabilmente un nuovo restauro; vennero inoltre progettate nuove mura, più ampie e robuste, ma non furono mai realizzate. Dopo diversi secoli di dominio Estense, il paese di Finale Emilia ottenne nel 1779 il titolo di Città da Francesco III duca di Modena. Il castello divenne infine di proprietà comunale nel 1864 e fu sede, sino alla metà del Novecento, delle carceri mandamentali.
Oggi il castello è sede del Museo Civico, e l'intera rocca è soggetta a restauri conservativi e di riqualificazione (ottobre 2011).
Indirizzo: Via Trento e Trieste
Facilities
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