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Descrizione
Sul colle Zappolino sorgeva un vasto e munitissimo castello: un fortilizio che vantava quasi mezzo chilometro di circonferenza e che si estendeva lungo il crinale della montagna tra due porte opposte. Nella sua maggiore estensione era lungo circa 350 metri e largo 152, con doppia cinta muraria, la più esterna delle quali aveva una circonferenza di circa 950 metri. Le cinte murarie terminavano da una parte con due baluardi e una torre, mentre agli angoli opposti v'erano due mezze torri. La vasta estensione perimetrale delle mura è testimonianza dell'importanza della roccaforte, all'interno della quale vi erano forse terreni coltivabili, che assicuravano grande autonomia in caso d'assedio nemico. Nel centro vi erano altre fortificazioni e una grande torre. Quest'imponente castello dominava, dall'alto del colle ove oggi sorge la chiesa del paese, le vallate del Volgolo e del Samoggia.
L’ingresso presentava una successione di due porte archiacute, precedute da un ponte levatoio e, di quel che ne rimane, ancor oggi affiancate dal cassero. Questa torre di forma irregolarmente trapezoidale, in cui risiedeva il Castellano, venne costruita nel 1227 dai bolognesi per potenziare la struttura difensiva. Le vicissitudini storiche (specie il terremoto del 1929) non hanno però consentito che si conservasse, della costruzione originaria della rocca, poco più del basamento. Molto prima del terremoto, nel 1451, già la parte superiore venne distrutta per ordine del Senato bolognese e ricostruita nel 1523. Ben più recenti sono invece gli inserti delle finestre e i merli angolari che risaltavano con i loro mattoni in cotto sul paramento murario in pietra. Lasciando il cassero che tutt'oggi rimane alle proprie spalle, si incontra ancora sul lato sinistro della strada principale un settecentesco palazzo signorile, interamente costruito in cotto. L’assenza di intonaco sulla facciata e sui lati minori lascia scorgere il tamponamento di un precedente edificio porticato con tre arcate a tutto sesto. Il prezzo maggiore di questo palazzo, di impianto abbastanza semplice, è un originale uso decorativo dei materiali costruttivi. Le cornici delle finestre simulano il disegno di conci orizzontali e diagonali grazie a un abile utilizzo del cotto; analogamente il cornicione superiore, pur notevolmente frammentato, conferma l’impiego di maestranze specializzate nella realizzazione di queste decorazioni architettoniche.
Restando al bivio con Via Boccadiferro è interessante notare anche il primo edificio sulla destra in cui, sotto ad un cornicione medievale con filari di mattoni disposti a T e a denti di sega, sono visibili alcuni rimaneggiamenti (la chiusura di un arco a tutto sesto e di un paio di monofore ogivali). Dell'antico castello restano invece solo alcuni tratti delle mura e gli archi d'ingresso (di fronte ai quali è ancora riconoscibile un vecchio sentiero detto "il Cavarolo"), nonchè quella che è una delle costruzioni più antiche della zona: Cà dei Casini, che dietro a una facciata del 1200 nasconde quella che forse fu una delle prime costruzioni di Zappolino, e sotto il cortile della quale sono stati trovati reperti antecedenti l'epoca romana; è quindi probabile che questa sia stata la prima costruzione, attorno alla quale si sviluppò il nucleo fortificato.
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Prezzi ed orari
Come raggiungere
Zappolino dista circa 30 km da Bologna, per raggiungerlo in auto da questa città occorre prendere la via Bazzanese in direzione di Bazzano-Vignola. Giunti in località La Muffa si girerà a sinistra seguendo le indicazioni per Monteveglio, dove si svolterà ancora a sinistra verso Savigno. Al bivio, in località Bersagliera, prendere ancora a sinistra, sempre seguendo le indicazioni per Savigno, per raggiungere Zappolino dopo circa un km.
Recensioni
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Storia
Le notizie sulle vicende storiche del castello di Zappolino sono purtroppo scarse e incerte, e una ricostruzione cronologica approfondita risulta pertanto difficile. Zappolino, assieme ad altre alture come Monte Mauro e Tiola, fece sicuramente parte di una serie di fortificazioni erette a difesa dell'Esarcato di Ravenna nel VI secolo d.C., al tempo delle invasioni barbariche. Nei pressi di queste fortificazioni si vennero poi raccogliendo gli abitanti della zona, per ragioni economiche e di sicurezza, finchè con il passare del tempo ai primitivi steccati andarono sostituendosi man mano le prime costruzioni in muratura e quindi i castelli.
Nei secoli VIII, IX, X, e XI si estese, anche grazie a lasciti dei potenti dell'epoca, la giurisdizione dell'Abbazia di Nonantola su tutta la zona e Zappolino ne fu soggetto, per poi passare in seguito a quella dell'Abbazia di Monteveglio. Questo castello (che prende il nome dal colle su cui sorgeva) costituì un importante baluardo a difesa dell’esarcato di Ravenna e in seguito di Bologna, trovandosi sul confine tra la provincia di questa città e quella di Modena. Fu quindi testimone di vicende drammatiche (come la battaglia del 1325) ma allo stesso tempo sede di una fiorente comunità. In un documento del1155 si accenna già all'esistenza dell'effettivo castello di Zappolino. A quei tempi il dissidio fra Bolognesi e Modenesi era già in atto, a causa delle dispute sui confini, e tutta la zona era quindi teatro di agguati e guerriglie. Nel 1200 le due città decisero di affidare la soluzione delle loro discordie all'arbitrato di Uberto Pretore, a seguito del quale nel 1204 i modenesi restituirono il priorato di S. Apollinare e la sua vallata (sede del castello di Serravalle) ai bolognesi. La pace però fu piuttosto breve, perchè Federico II, alleato con i ghibellini e in collera con i guelfi di Bologna per aver guerreggiato contro Imola, restituì il priorato e la sua valle ai modenesi. Non è dato sapere se questi rioccuparono la vallata, in quanto nel 1227 i bolognesi ricostruirono e fortificarono il castello di Serravalle.
Il 14 giugno 1297 il consiglio di Bologna emanò un decreto per ampliare e fortificare il castello di Zappolino, data la sua grande importanza per la difesa dei territori confinari, alle spese necessarie dovettero concorrere i castelli di Amola di Montagna, Ozzano dell' Amola, Monte S.Giovanni, Monte Maggiore, Monte S.Pietro, Gavignano, Riva Maglaria, Rasiglio, Monte Polo, S.Ilario (oggi S.Chierlo); tutti castelli infatti, in caso di guerra contro Modena, avrebbero tratto beneficio dalla robustezza della roccaforte di Zappolino. Col passare degli anni le rivalità tra Bologna e Modena, si fecero sempre più aspre, finchè nel 1325 il castello di Monteveglio cadde per tradimento nelle mani di Passerino Bonacolsi, signore di Modena. A questo punto i bolognesi organizzarono le truppe per tentare di riconquistare la roccaforte perduta, e a tale scopo Guido da Zappolino fu inviato in Romagna come ambasciatore. Il 15 Novembre l'esercito bolognese, composto da 20000 fanti e 2000 cavalieri, incontrò quello modenese presso l'attuale località Bersagliera, ai piedi della rocca, e quella che ne seguì fu una delle più grandi e sanguinose battaglie campali che la storia ricordi.
Nel 1361 il castello di Zappolino cadde per tradimento nelle mani di Francesco d'Este, capitano del già citato Bernabò Visconti. Il governo di Bologna però passò al contrattacco e riuscì in breve a riconquistare questo e altri castelli perduti. Suonò strano però, data l’importanza strategica del castello, l'ordine di demolizione emesso dal Consiglio di Bologna nel 1377, emesso probabilmente a seguito della ribellione del contado nei confronti dell'autorità papale (1376). Non è però chiaro se l'ordine fu eseguito, in quanto nel 1400 risulta presidiato dal capitano Giovanni Toniolo Bianchetti. Se lo fu, certamente venne ricostruito in breve tempo, o forse fu semplicemente ridimensionato. Giovanni I Bentivoglio, signore di Bologna, inviò nel 1401 uomini di sua fiducia a presidiare i castelli della zona, a tale scopo a Zappolino venne inviato Masino di Savio Bentivoglio. Con il passare degli anni l'importanza della fortificazione andò purtroppo affievolendosi, e le mura del castello andarono lentamente scomparendo, forse per incuria o forse per dare spazio a coltivazioni. Le costruzioni principali, come il torrione pentagonale e la chiesa, vennero poi definitivamente distrutte dal terremoto del 1929, radendo al suolo una di quella che fu una delle più importanti roccaforti del territorio bolognese.
Indirizzo: Frazione Zappolino, via Chiesa
Facilities
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